Messina, la corsa al rettorato: Policlinico, Irccs, Ssd Unime. Quanti temi per Limosani, Moschella e Spatari
Continuità, discontinuità, coerenza, opportunità, trasparenza. Sono alcune delle parole chiave emerse dal primo confronto pubblico tra i candidati al rettorato del dopo-Cuzzocrea. Il fatto che Michele Limosani, Giovanna Spatari e Giovanni Moschella (in ordine di presentazione delle rispettive candidature) si siano ritrovati nel “salotto” di Emilio Pintaldi, a Scirocco su Rtp, nello stesso giorno in cui è venuta fuori la notizia dell’inchiesta aperta dalla Procura sulla vicenda dei maxi-rimborsi dell’ex rettore, è per certi versi paradigmatico di quello che sarà il leit motiv di questa campagna elettorale accademica. Due binari paralleli: da un lato la vicenda che ha costretto Salvatore Cuzzocrea a lasciare, anzitempo e in modo burrascoso, l’ermellino; dall’altro, appunto, la corsa alla successione. Impossibile separare l’uno dall’altro, l’ennesima bufera scatenatasi sull’Università incide inevitabilmente, in maniera diretta e indiretta, sul percorso dei tre candidati. Del resto uno di loro, l’ex prorettore vicario Giovanni Moschella, ha anche ammesso, durante la diretta, che se non ci fossero state le dimissioni di Cuzzocrea – “queste” dimissioni, verrebbe da aggiungere –, lui non sarebbe sceso in campo. Anzi, l’indecisione è stata sincera e prolungata. Questo fa capire, qualora ci fosse bisogno di un’ulteriore conferma, quanto lo scenario sia mutato rispetto alla campagna elettorale che si sarebbe prospettata, posticipata di qualche settimana rispetto a quella in corso, qualora si fosse andati a scadenza naturale e senza scandali. Una campagna elettorale diversa per Giovanna Spatari, indicata proprio dall’ex rettore quando le acque erano calme e il vento più o meno a favore; diversa per Michele Limosani, che rappresentando l’opposizione ha visto invertire la direzione di quel vento e, come emerso anche dal confronto televisivo di venerdì sera, intende sfruttarlo al massimo; diversa, appunto, per Giovanni Moschella, che l’estate scorsa, da vicario, ha dovuto assistere da vicino a scelte non condivise (a partire proprio dalla candidatura), si è dimesso un mese prima del naufragio e ora decide di giocarsi quelle carte che, cinque anni fa, aveva dovuto riporre per lasciar spazio proprio a Cuzzocrea, nel dopo-Navarra. Inevitabile che il tema continuità-discontinuità sia centrale. Così come è evidente il tentativo dei candidati di smarcarsi da più o meno ingombranti etichette, figlie di una polarizzazione che, in questi anni, non ha fatto bene all’Università. Spatari e Limosani si professano indipendenti, quindi non come i candidati di Cuzzocrea e Navarra. Moschella spinge per proporsi come terza via, invece, sebbene di Cuzzocrea sia stato il braccio destro fino ad un paio di mesi fa. Continuità e discontinuità anche rispetto ad alcuni argomenti caldi dello scorso mandato. Non è sfuggita, venerdì sera, la freddezza di Spatari e Moschella, due prorettori uscenti, di fronte ad una delle battaglie forti di Cuzzocrea, la trasformazione del Policlinico in Irccs («per ora è tutto fermo, in ogni caso serve condivisione», la sintesi). Così come è stata ferma la posizione di Limosani rispetto alla Ssd Unime («torneremo al Cus»). E poi ci sono gli studenti. Che dopo il no del Senato accademico alla modifica del regolamento sul voto vogliono far sentire la propria voce, in una fase cruciale per la vita dell’Ateneo, con l’immagine dell’Università macchiata per l’ennesima volta. Domani scenderanno in piazza e al loro fianco, ha fatto sapere ieri, ci sarà Calogero Leanza, deputato regionale del Pd: «La mobilitazione degli studenti, manifestata attraverso il sit-in e il corteo di protesta, riflette la loro volontà di partecipare attivamente al processo decisionale della comunità accademica. La richiesta di modificare il regolamento per conferire maggiore peso al voto degli studenti è legittima e merita una riflessione approfondita da parte delle istituzioni accademiche».