«La copertura finanziaria c’è. Lo Stato stanzierà le risorse necessarie alla realizzazione di un’opera pubblica ritenuta strategica dall’Unione europea e prioritaria dal Governo e dal Parlamento, che ha approvato la legge. E la stessa Europa contribuirà, come ha fatto per tante altre grandi infrastrutture. Il Ponte sullo Stretto di Messina sarà il simbolo dell’Italia del Sì, come lo fu l’Autostrada del Sole nel secolo scorso».
Il vicepremier Matteo Salvini lo ha ribadito con forza, nelle ultime 48 ore, intervenendo a incontri e convegni, tra Genova, Milano e Napoli. E ha ripetuto anche un concetto: «In dieci mesi abbiamo rimesso in moto tutto, per la prima volta non sono più chiacchiere, ma atti e fatti concreti». Proprio a Napoli, nel corso di un incontro dedicato all’autonomia differenziata, ha dichiarato: «Non sopporto le ingiustizie, poichè da 52 anni milioni di siciliani non hanno diritto alla continuità territoriale il primo obiettivo che mi sono dato è quello di aprire i cantieri per il Ponte sullo Stretto entro l’estate del 2024».
Si parte, dunque, dalla previsione inserita nella Legge di bilancio. In questa fase, come hanno spiegato i tecnici del ministero dell’Economia, per la realizzazione del Ponte, in attesa di reperire ulteriori fonti di finanziamento per ridurre l’onere a carico del bilancio dello Stato, si è deciso di autorizzare la spesa complessiva di 11,6 miliardi di euro fino al 2032, di cui 780 milioni per il 2024, poi 1.035 milioni per il 2025, 1.300 milioni per il 2026 e così via fino ai 260 milioni del 2032.
Cifre vincolate ma ovviamente suscettibili di possibili oscillazioni, perché se, come dovrebbe essere logico (lo ripetiamo: l’Europa ha co-finanziato le opere pubbliche più importanti realizzate nei Paesi membri dell’Unione, a maggior ragione quelle, come il Ponte, previste nei Corridoi delle Reti di trasporto Ten-T), arriverà il consistente contributo finanziario della Ue, le somme a carico dello Stato diminuiranno sensibilmente.
E come fanno sapere dal ministero delle Infrastrutture, il Ponte in sé costa tra i 4 e i 5 miliardi, esattamente la metà della Brescia-Verona-Padova e un po’ più della “Pontremolese”, la strada ferroviaria tra Parma e La Spezia che costa oltre 4 miliardi di euro. Si arriva alla soglia dei 12 miliardi per tutte le altre opere connesse al collegamento stabile, raccordi viari e ferroviari, il grande Centro direzionale progettato dall’archistar Libeskind sul versante calabrese e la nuova Metropolitana del Mare a Messina, oltre alla riqualificazione di dieci chilometri di costa e alla realizzazione di interventi di rigenerazione urbana e di messa in sicurezza dei territori.
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