Giovedì scorso è stato il giorno della notifica dei provvedimenti della gip Simona Finocchiaro, ieri quello degli interrogatori di garanzia. Accusa e difesa si sono confrontati per la prima volta al Tribunale di Messina, nell’ambito dell’inchiesta del Comando provinciale della Guardia di finanza sull’ottenimento dei ristori legati al Covid e su alcune sponsorizzazioni – ritenute fittizie – all’Asd TT Top Spin, società messinese di tennistavolo militante nella massima serie. Nel corso dell’interrogatorio di garanzia, davanti alla giudice per le indagini preliminari e alla sostituta procuratrice Francesca Bonanzinga, i tre indagati destinatari da misura cautelare o interdittiva hanno tutti risposto alle domande. Roberto Gullo, funzionario della Direzione provinciale dell’Agenzia delle entrate di Messina, ha respinto ogni addebito contestato e fornito la propria versione dei fatti. L’avvocata Monica Interdonato – che lo assiste insieme con i colleghi Marcello Siracusano e Antonello Gullo – fa sapere che «sarà dimostrata la sua piena innocenza».
Anche il commercialista Dario Grussu ha risposto alle domande, negando gli addebiti e affermando di non aver svolto nei confronti dei due imprenditori Simona Pagano (titolare di una rivendita di tabacchi e Francesco Vinci, titolare della Toro Nero srl, entrambi indagati a piede libero) alcuna attività di induzione alle rispettive sponsorizzazioni a beneficio della Top Spin. Ha affermato di riporre «massima fiducia nella magistratura», attraverso il suo difensore, l’avvocato Nunzio Rosso, che non esclude di presentare ricorso al Tribunale del riesame. È durato circa un’ora, poi, l’interrogatorio dell’altro commercialista, Antonino D’Andrea, secondo cui non vi è alcuna correlazione tra i ristori reclamati dai denuncianti e la richiesta, a suo parere del tutto legittima, di stipulare un contratto di sponsorizzazione. Il professionista, che come Grussu non potrà esercitare l’attività per la durata di dodici mesi, ha negato di aver mai detto ai denuncianti che se non avessero stipulato il contratto di sponsorizzazione la pratica di ristoro non sarebbe andata avanti. È assistito dall’avvocato Giovanni Caroè.
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