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Gli esami da rifare a Spadafora, quei messaggi inviati nella chat di classe dalla professoressa

Sono da rifare gli esami orali per gli alunni della classe del liceo scientifico Galileo Galilei, al centro della singolare e sconcertante vicenda giunta alla ribalta della cronaca nazionale.
A stabilirlo è il Tar di Catania, che ha completamento rigettato nel merito il ricorso presentato dai dieci alunni, con sentenza breve. Si dovranno quindi ripetere le prove orali, essendo state accertate gravi irregolarità. La vicenda, che fin dall’inizio apparve surreale, rappresenta invece la pura realtà che stanno vivendo gli 11 studenti di una classe dello Scientifico di Spadafora. Il caso si è aperto dopo che la famiglia di una studentessa, frequentante la classe in questione e difesa dall'avvocata Maria Chiara Isgrò, ha deciso di presentare un esposto a seguito degli esiti finali della maturità. A sua volta, l’Ufficio scolastico regionale ha disposto un'ispezione che ha rilevato alcune significative irregolarità, che hanno convinto l’amministrazione scolastica ad emanare, l’8 settembre, un provvedimento di annullamento delle prove orali dell’esame.

Ricostruendo i fatti più nel dettaglio, alla luce della decisione del Tar, nel luglio scorso la studentessa, compagna di classe dei ricorrenti, ha presentato all’Ufficio scolastico regionale Sicilia un esposto, segnalando gravi irregolarità occorse nello svolgimento dei colloqui degli esami di Stato, che avrebbero inciso in maniera negativa sulla sua valutazione finale. Nello specifico, la giovane ha reso noto che nei giorni precedenti agli esami orali una docente di storia e filosofia, nonché componente interna della Commissione di esami, in una chat di classe, avrebbe inviato agli alunni messaggi e immagini relativi agli argomenti che la Commissione aveva già selezionato come spunto iniziale dei colloqui. Il direttore generale dell’Ufficio scolastico ha avviato quindi un’attività ispettiva, al fine di accertare se il comportamento tenuto dalla professoressa abbia inciso sul regolare svolgimento dell’esame di Stato conclusivo e, in particolare, se gli argomenti anticipati in chat dalla commissaria ai candidati siano poi stati effettivamente loro proposti nel corso del colloquio e l’eventuale incidenza sullo svolgimento complessivo dello stesso e sull’attribuzione del punteggio finale.

Dalla relazione conclusiva depositata dal Collegio ispettivo è emersa la fondatezza dei fatti riportati nell’esposto formulato dall'avvocata Maria Chiara Isgrò, ritenendosi pertanto sussistenti i presupposti per l’annullamento dei colloqui e per la loro ripetizione, di cui era stata già riordinata la riedizione davanti a una nuova commissione o scorso settembre. Con decreto cautelare è stata poi disposta la sospensione degli effetti dei provvedimenti impugnati, limitatamente alla data prevista per la ripetizione delle prove orali, in attesa della trattazione collegiale dell’istanza cautelare, avvenuta il 18 ottobre. La presidente del Tribunale amministrativo Aurora Lento nel pronunciare la sentenza ha pertanto respinto il ricorso, ritenendo fondate le irregolarità emerse in fase di prova. Ecco dunque l’epilogo di una vicenda ha acceso fin dall'inizio sentimenti di incredulità nella comunità spadaforese, e non solo. Sulla scorta di quanto stabilito dal Tar Catania, adesso, gli studenti della classe dovranno quindi sostenere nuovamente l'esame orale.

Il titolo conseguito a seguito della maturità scientifica è di fatto annullato. Coloro che sono iscritti all'Università lo sono attualmente “con riserva”. Viene ricordato nella pronuncia amministrativa che «il diploma di istruzione liceale costituisce un titolo di studio necessario per intraprendere la successiva carriera universitaria, ovvero per svolgere le professioni per cui il possesso di tale titolo viene appositamente richiesto. Il valore legale di tale documento e la pubblica fede che allo stesso si ricollega, deve essere condotto nel rispetto del quadro normativo di riferimento, pena la sua invalidità, specie laddove i vizi riscontrati, come in questa vicenda, non siano di mera forma ma vadano ad incidere sull’idoneità della prova ad accertare, in maniera compiuta, la preparazione dei candidati». Dopo il provvedimento emesso dall'organo di giurisdizione amministrativa si attendono ora i prossimi risvolti procedurali. Il caso così spinoso ha suscitato indignazione e sconcerto, ma anche giudizi sommari spesso purtroppo tipici del mondo dei social. Dietro questa storia, però, ci sono undici vite giovani da tutelare e da proteggere, al di là della condotta giudicata colpevole di un’insegnante e delle posizioni personali sulla vicenda.

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