I tempi sembrano maturi e in una città che si è messa sul mercato della promozione territoriale, certe occasioni possono farle un salto di qualità. Il clamoroso successo della quinta edizione dello Messina Street Food Fest con 120mila ospiti a piazza Cairoli in tre giorni e mezzo di village, apre il dibattito sulla possibilità che Messina possa dotarsi di un luogo dove sviluppare la “cultura” del cibo di strada in maniera permanente. Una sorta di casa dello Street Food dove collezionare prelibatezze locali, in un contesto accattivante e che possa essere anche un attrattore per la gran mole di turisti e “croceristi” (per l’anno prossimo ne sono attesi 600mila) che passano o sostano in città. Una cosa diversa dall’evento in piazza che resta irrinunciabile e che è una festa eccezionale con una vetrina di cibo che arriva da ogni parte d’Italia. Piuttosto, come già hanno realizzato a Barcelona, Londra, Parigi, Copenhagen o Firenze, sembrano maturi i tempi per vedere uno spazio al coperto votato ad esaltare lo street food locale e magari diventare luogo di movida e di socialità. «Il cibo di strada è motivo di grande interesse – ha detto Alberto Palella, presidente di Confesercenti e organizzatore del village di piazza Cairoli – A Catania e a Palermo i mercati rionali sono da tempo diventati luoghi permanenti di promozione dello street food. Posso dire che siamo pronti a lanciare una proposta di poter avere uno spazio da poter rivalutare e trasformare in una casa permanente del cibo di strada». Anche il sindaco apre ad un’ipotesi del genere. «Perché no? – esordisce –. Ma prima occorre approfondire la discussione con il sistema imprenditoriale. Abbiamo già il Muricello con questa vocazione, e ci si può investire. In più nel Piau possono essere previsti spazi per questo tipo di attività». Il riferimento è alla zona delle Ferrovie che, fra Gazzi e la via Don Blasco dovrà essere rifunzionalizzata.
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