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Chiacchiere, balletti e giravolte sotto... il Ponte sullo Stretto

In decenni abbiamo assistito a tutto e al contrario di tutto. Chi era favorevole è diventato acerrimo nemico della grande opera e viceversa. Il “brianzolo” Cateno De Luca in comizio: «Salvini sta togliendo i soldi alla Lombardia»

«Il Ponte sullo Stretto? Ci sono parecchi ingegneri che dicono che non sta in piedi. E non vorrei spendere qualche miliardo di euro per un ponte in mezzo al mare quando sia in Sicilia che in Calabria i treni non ci sono e vanno a binario unico». Era Matteo Salvini a rilasciare queste dichiarazioni alla tv La7, nel 2016.
«Ringrazio gli organizzatori della odierna manifestazione pro Ponte sullo Stretto di Messina. Sono sempre stato favorevole alla realizzazione di questa grandiosa opera che giudico l’infrastruttura principale che a traino costringe il sistema politico a realizzare per connessione tutte le altre. Nel frattempo da sindaco cerco di restituire dignità e vivibilità alla mia città realizzando quei servizi ed infrastrutture Messina merita ed aspetta da decenni». Era Cateno De Luca, il 30 luglio del 2020, durante il sit-in dei “Sì al Ponte” svoltosi davanti a Palazzo Zanca.
«Dopo settimane di chiacchiere a vuoto e di ragionamenti di vari analisti, posso dire che c'è la copertura per il collegamento stabile tra la Sicilia, l’Italia e l'Europa. Sarà il capolavoro dell’ingegneria e architettura italiane, l’opera più sostenibile e green al mondo, i cantieri apriranno nell’estate del 2024 e il Ponte sarà percorribile nel 2032». Matteo Salvini, cinque giorni fa, durante la conferenza stampa di presentazione della Legge di bilancio.
«Il Ponte sullo Stretto? Un furto ai danni della Brianza». Cateno De Luca, venerdì scorso, nella piazza dell’Arengario di Monza, dove si vota oggi per le elezioni suppletive al Senato e dove il sindaco di Taormina si è candidato.
Il mondo capovolto. Il leader “lumbard” diventato, da vicepremier e ministro dei Trasporti, il più fervido sostenitore del Ponte sullo Stretto. E l’ex sindaco di Messina, ieri «pontista da sempre», oggi «unico vero brianzolo meridionale», come egli stesso si è autodefinito, contrario alla decisione del Governo di realizzare l’opera. Un guazzabuglio.

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