Messina

Domenica 24 Novembre 2024

Il Governo insiste: il Ponte sullo Stretto «opera europea»

«Un solido piano finanziario e il progetto esecutivo. Se ci sono queste due cose, certamente l’Europa contribuirà al finanziamento di un’opera di così grande rilevanza». Lo aveva detto, in più occasioni, nei mesi scorsi la “ministra” dei Trasporti della Commissione europea, la romena Adina Ioana Valean, e lo ha ribadito anche nell’ultimo incontro avuto con il vicepremier italiano Matteo Salvini. E il Governo italiano, proprio in queste ore, ha trasmesso a Bruxelles il Documento programmatico sulla Legge di bilancio dove si conferma che i circa 12 miliardi per la costruzione del Ponte sullo Stretto di Messina «sono interamente finanziati nella proiezione pluriennale dei tempi necessari per completare l’opera» e che «la cifra destinata all’apertura dei cantieri per il 2024 è di 700 milioni che in tre anni diventeranno 3,5 miliardi». In questo scenario, la Regione siciliana, con un provvedimento deliberato dalla Giunta Schifani, ha dato la propria disponibilità a investire oltre un miliardo di euro per co-finanziare la costruzione dell’opera con una quota del 10%. È stato spiegato, nel dettaglio, che tali risorse – il miliardo di euro – deriveranno dalla nuova programmazione del Fondo sviluppo e coesione (Fsc) 2021-2027 e che gli ulteriori 200 milioni sono «il frutto di economie relative a risorse nazionali per il ciclo 2014-2020 non ancora spese». Come tutti i fondi europei, hanno scadenze precise da rispettare e, dunque, ora toccherà alla società Stretto di Messina ad assolvere a quanto previsto nel cronoprogramma che, come inserito nella legge approvata dal Parlamento, prevede la chiusura della fase di progettazione esecutiva e l’approvazione del progetto entro il 31 luglio del 2024. Gli economisti di tutt’Italia si sono divisi e continueranno a farlo sul tema Ponte (mentre nessuno parla della Gronda di Genova, della quale scriviamo in questa stessa pagina). Ma è interessante riportare alcuni stralci di quel confronto-scontro che tenne banco nel 2022 sulle colonne del nostro giornale. La “Gazzetta”, infatti, riferì dei punti di vista opposti di due dei più noti economisti messinesi, entrambi docenti di UniMe, cioè il prof. Guido Signorino (ovviamente contrario al Ponte) e Michele Limosani, direttore del Dipartimento di Economia dell’Ateneo peloritano. E soprattutto candidato rettore alle prossime elezioni di novembre. Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Messina    

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