Dopo le dimissioni del rettore Salvatore Cuzzocrea per l’affaire rimborsi, scatta un’indagine interna all’Università di Messina. Dalla direzione generale dell’Ateneo, infatti, è partito l’input indirizzato ai vertici amministrativi del dipartimento Chibiofarm, quello finito nell’occhio del ciclone, di estrapolare dagli archivi "tutti i pagamenti effettuati dal 2018 al 2023 su tutti i progetti di cui è responsabile scientifico il prof. Cuzzocrea”. Un “immane lavoro”, lo definisce il segretario amministrativo del dipartimento in una lettera inviata al corpo docente, che comporterà una situazione di stasi. La lettera si conclude con un auspicio: “Che le tensioni attuali si possano attenuare in breve tempo”.
Un’altra lettera è stata inviata, in queste ore, ai docenti dell’Ateneo. Mittente, in questo caso, è la prof.ssa Nancy Spanò, già promotrice, nei mesi scorsi, della raccolta firme contro l’iniziativa dell’ex decano di indire anticipatamente le elezioni per il rettorato. “Con le elezioni del nuovo Rettore ormai alle porte - scrive -, l’intera comunità accademica messinese, e non solo, invece di interrogarsi su quanto in questi anni, alcuni dei quali pure drammatici, è stato fatto per l’Ateneo in termini di crescita culturale, scientifica e di potenziamento delle risorse umane ed infrastrutturali, da mesi è costretta a confrontarsi con azioni quantomeno sorprendenti (indizione di elezioni fuori dalle previsioni legislative da parte di un decano che tale non è) e con iniziative mediatiche difficili da decifrare. E così, al corretto e leale confronto fra diverse visioni sulle sorti del nostro Ateneo, si è sostituito un insopportabile chiacchiericcio su eventuali responsabilità personali. Chi scrive auspica che, dopo le dimissioni del Magnifico Rettore, nessun componente della comunità accademica messinese si lasci condizionare da siffatte operazioni e che, con libertà, serenità e discernimento, sappia valutare quanto sta accadendo e sappia scegliere cosa e chi possa veramente contribuire alla crescita del nostro Ateneo, senza astio, rancori e sete di vendetta verso chicchessia. E ciò soprattutto per i nostri studenti e per le loro famiglie, che al nostro Ateneo guardano da anni con crescente fiducia, ma anche per l’intera città di Messina, la Sicilia, la Calabria che devono poter guardare a questa Università come un solido punto di riferimento culturale e non come un luogo dove si consumano scontri inconsulti”.
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