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Messina, sei rapaci tornano a librarsi in cielo grazie al Centro recupero “Stretto di Messina”

La libertà (negata e riacquisita). Una condizione a cui anela ogni essere umano, figuriamoci gli uccelli. Per tutte le specie una caratteristica innata, ma per alcuni esemplari uno stato barbaramente strappato via, anche da mani meschine. È il caso di alcuni dei sei rapaci che hanno potuto immergersi nuovamente nel loro habitat naturale: l’aria pura e fresca del cielo, in cui sono tornati a volteggiare come fino a pochi mesi fa.
Per quattro poiane e due gheppi la fase della cattività, dovuta alle cure, si è interrotta ieri. A metà mattinata, a Puntale Chiarino, sui Colli Sarrizzo, sono stati liberati uno alla volta, nel corso di un’attività che riserva sempre particolari emozioni. In tanti non si sono voluti perdere il momento del “lancio” verso la vita di un tempo, in un contesto mozzafiato dove vederli spiccare il volo con la città sotto, Capo Peloro e la Calabria da un lato e il versante tirrenico dall’altro, equivaleva a un vero e proprio spettacolo. Tutto ciò possibile grazie all’amorevole assistenza prestata dal Centro di recupero della fauna selvatica “Stretto di Messina”, la cui responsabile è Debora Ricciardi (lodevole lo staff sanitario guidato dal responsabile sanitario Fabio Grosso), all’Associazione mediterranea per la natura, rappresentata da Anna Giordano, e al supporto delle istituzioni, con in testa il dipartimento Sviluppo rurale e territoriale.
«Alcuni di questi animali, due in particolare, sono scampati agli incendi devastanti che hanno colpito il nostro territorio – ha detto Ricciardi –. E sono stati ripescati in mare. Hanno pagato dazio ad eventi distruttivi per tutto il territorio anche a distanza, perché il fumo ha anche un impatto tossico sulle loro vie respiratorie, sulle mucose degli occhi e gli uccelli subiscono danni, oltre ai mammiferi, rettili, anfibi, piante ed ecosistema che non hanno modo di difendersi. In questa giornata, ringraziamo tutti quelli che hanno dato un aiuto fattivo, rischiando anche la vita durante gli incendi».

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