Mentre gli altri giocavano a carte per lei cominciava l’inferno, perché quello “zio” sui 40 anni la prendeva e la portava in un’altra camera, dove abusava di lei in tutti i modi. È andata avanti per tre lunghi anni in quella casa che frequentava quasi giornalmente dal 2012 al 2015. Lei, ragazzina minuta che all’epoca aveva appena 6 anni e dovette subire tutto fino ai 9, aveva come rimosso la pagina nera. Poi dopo aver subito l’ennesima aggressione sessuale i suoi ricordi esplosero e raccontò tutto alla polizia, anche di quegli antichi abusi ripetuti, delle sue lacrime nascoste, del suo tenersi dentro tutte le angosce senza confidarsi con nessuno.
Lo zio “orco” (omettiamo il nome per evitare qualsiasi margine di riconoscibilità per la ragazza), ieri mattina dopo un processo realmente drammatico celebrato a porte chiuse è stato condannato a 9 anni di reclusione in appello. Una piena conferma della sentenza di primo grado, così come aveva chiesto la sostituta pg Adriana Costabile.
L’uomo, un 42enne messinese che è stato assistito dall’avvocato Pietro Fusca, era accusato di violenza sessuale continuata. Oltre ai 9 anni di reclusione i giudici hanno confermato quindi il futuro risarcimento in sede civile alla parte civile, l’interdizione perpetua dai pubblici uffici, e un risarcimento immediato ai familiari della piccola che, costituiti parte civile nel procedimento, sono stati assistiti dall’avvocato Salvatore Carroccio.
A leggere il capo d’imputazione a carico dell’uomo, in questa vicenda, c’è da rabbrividire, ne pubblichiamo ovviamente solo alcuni stralci: «... con condotte reiterate, commesse in tempi diversi nel corso di un triennio (da quando la minore aveva 6 anni e fino al 9 anni d'età), in esecuzione di un medesimo disegno criminoso, costringeva con violenza ... a subire atti sessuali minacciando anche la minore di rivelare alla madre della stessa quanto avveniva in occasione dei loro incontri o adirandosi nel caso in cui la bambina tentava di reagire con un rifiuto alle pretese dell’uomo: segnatamente, allorché, con cadenza quasi giornaliera, per ragioni di convivialità la minore, unitamente alla propria madre si recava a far visita agli zii, presso l’abitazione ove dimorava anche ... questi, con condotte reiterate, si appartava con la bambina in luoghi della casa in cui non vi fosse la presenza di altre persone o comunque in modo da non suscitare l’attenzione di altre persone presenti nella casa, e in tali circostanze costringeva la minore a subire atti sessuali; segnatamente, in talune occasioni baciava la minore, palpeggiandola e toccandola nelle parti intime; altre volte, dopo essersi denudato, la costringeva a masturbarlo; dal compimento dei 7 anni d’età della bambina, la costringeva anche a compiere rapporti orali trattenendole talora la testa». Non servono altre parole.
Messina, abusi sessuali su una bimba: in appello confermati 9 anni allo “zio” orco
Una vicenda terribile durata tre anni tra il 2012 e il 2015
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