«Ma come si fa ad uccidere un uomo in strada così, alle 7 di sera, in una comunità tranquilla dove tutti ci conosciamo?». È la domanda che i furcesi si ponevano ieri sera mentre da dietro il nastro bianco e rosso, con i volti illuminati dai lampeggianti blu delle auto dei carabinieri, osservavano la scena del delitto. Tanti sono accorsi per stare vicino alla moglie e ai figli di Pippo Catania, tutti stimati e conosciuti in paese, soprattutto Giovanni, che da amministratore è sempre disponibile e pronto ad aiutare chi ne ha bisogno.
Il sindaco Matteo Francilia, da diversi giorni all’estero, appresa la notizia non ha avuto parole per commentarla e si è attivato per fare al più presto rientro in paese, dove non arriverà prima di domani pomeriggio, per stringersi attorno al suo collaboratore, alla famiglia e all’intero paese. I colleghi della Questura di Messina, dove il 63enne era un volto molto conosciuto, sempre impegnato in prima linea nelle operazioni della Squadra Mobile, sono rimasti fino a tarda sera sul lungomare ad osservare senza parole il loro collega caduto così, in maniera inaccettabile, con il quale hanno condiviso tanti momenti e rischi, mai immaginando una fine così assurda. A Furci Siculo è giunto anche il dirigente del Commissariato di Polizia di Taormina, il vicequestore Maurizio Lento.
«Ho sentito alcuni colpi, pensavo fossero dei petardi - racconta un cittadino che transitava sul lungomare furcese - poi una volta arrivato davanti largo Petroselli ho visto un uomo a terra e del sangue e sono rimasto impietrito». Una donna ha raccontato ai carabinieri di aver udito almeno sei spari, i primi ravvicinati e poi gli altri a distanza l’uno dall’altro, forse mentre il killer andava via ma continuava a infierire sulla vittima. Altri passanti avrebbero notato Nucifora camminare con il fucile, ma non hanno avuto neanche il tempo di rendersi conto di cosa stesse accadendo fin quando si sono trovati davanti la tragica scena. Fucile che poi l’uomo non aveva più con sé quando si è costituito in caserma davanti ai carabinieri di Roccalumera.
A stringersi attorno a Giovanni Catania e i suoi familiari sono accorsi anche la vicesindaca Daniela Mercurio, assessori e consiglieri comunali, rappresentanti del mondo del volontariato e delle associazioni. Pippo Catania era impegnato anche nello sport, come dirigente del Calcio Furci, si dedicava alla famiglia e coltivava diverse passioni.
«Nulla può giustificare un’azione del genere - il commento unanime - nulla può spingere a cancellare una vita e distruggere una famiglia». Un duro colpo per la comunità furcese, già funestata tre anni fa dal femminicidio di Lorena Quaranta e adesso colpita nuovamente da una tragedia che non verrà superata tanto facilmente.
L'omicidio a Furci, la comunità incredula: "Come si fa ad uccidere un uomo in strada così?"
Il delitto si è consumato in pochi istanti davanti a tanti cittadini che non hanno avuto il tempo di capire cosa stesse accadendo. Il sindaco Matteo Francilia, all’estero, ha deciso di fare subito rientro in paese
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