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Messina, quelle salme “sparite” dalla Sezione Z. Il Comune precisa: «Tutto regolare»

Si chiama “Sezione Z” ed è uno dei campi di inumazione del Gran Camposanto. Sono quelle sezioni in cui le sepolture avvengono direttamente nel terreno, sepolture che, per legge, possono avere una durata massima di dieci anni, dopodiché si adotta il processo inverso, l’esumazione. E proprio la “Sezione Z” del Gran Camposanto è finita al centro di un caso, deflagrato sui social per finire dentro il palazzo municipale e chiuso, per il momento, con una risposta ufficiale dell’assessore ai Cimiteri di Palazzo Zanca, Massimiliano Minutoli. Tutto nasce dallo sfogo di una cittadina, che ha pubblicato alcune foto di grande impatto: lapidi distrutte e un’area del cimitero trasformata in un cantiere. Quell’area del cimitero in cui era sepolta la figlia, la “Sezione Z”, appunto. «I signori hanno pensato di fare la bonifica del terreno senza dare alcuna comunicazione a tutti i genitori che avevano i propri bimbi in questo settore, mettendoli in delle cassettine di zinco al deposito... ma solo per un mese, perché le famiglie che non si presenteranno (non sapendo nulla giustamente) non troveranno più i loro bimbi, perché verranno messi tutti insieme in un ossuario comune». Immediate le reazioni social, ma non solo.

A istituzionalizzare la vicenda ci ha pensato il capogruppo di Fratelli d’Italia in consiglio comunale, Libero Gioveni. Ma la risposta dell’assessore Minutoli è stata pressoché immediata: l’avviso era stato fatto e risale a marzo. E Minutoli ribadisce, da noi interpellato, che «tutto si è svolto nel rispetto del regolamento».
Ma (sempre sui social) non sono in pochi a dire di non aver visto alcun avviso: «Avevo mio figlio ed andavo a trovarlo spesso, ponendo fiori sulla lapide che non c’è più, né so dove sia la salma», dice un utente. «Mi avete trafitto il cuore, apprendere così che non potrò più mettere neanche un fiore dove riposava la mia bimba». E ancora «quando sono andata a trovare mia figlia non c’era più, c’era il marmo tutto rotto, mi sono rivolta alla polizia mortuaria e dicono che non la trovano più». Al di là delle procedure, una situazione tra le più spiacevoli.

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