
L'affondo arriva da Paolo Todaro, componente del Senato accademico. Ed è inviato al collegio dei revisori dei Conti, al direttore generale dell'Ateneo, al ministro dell'Economia e delle Finanze Giancarlo Giorgetti e alla ministra dell'Università Anna Maria Bernini. L'oggetto nella missiva è già tutto un programma: "Richiesta verifica sui rimborsi milionari, pari a 2.217.844, effettuati a beneficio del rettore Salvatore Cuzzocrea nel periodo 2019-2023.
Da una osservazione attenta ai dati pubblicati sul portale dell’Università di Messina, con specifico riguardo all’amministrazione trasparente - scrive Todaro - e dopo avere estrapolato alcune informazioni relative ai rimborsi effettuati a favore del professore Salvatore Cuzzocrea, Rettore dell’Università di Messina dal 18 aprile 2018 e tuttora in carica, emergono scenari che destano perplessità e preoccupazione. Nel periodo 2019-2023 (di quest’ultimo anno i dati disponibili si fermano al mese di luglio), il professore Cuzzocrea - ribadisce Todaro - ha ricevuto dal suo Ateneo rimborsi pari a 2.217.844 euro corrispondenti a 40.324,44 euro al mese ed equivalenti a 1.920,21 euro al giorno, esclusi i sabati e le domeniche".
Todaro entra nei dettagli: "Negli anni del suo rettorato la dinamica dei rimborsi ha avuto un crescendo sistematico: da 157.327 euro nel 2019 - corrispondenti a una media di 13.110,58 euro di rimborsi al mese - fino ad arrivare nel 2022 alla cifra di 828.465 euro - corrispondente a una media di 69.038,75 euro di rimborsi al mese. I rimborsi milionari riguardano spese fatte dal professore Cuzzocrea per una molteplicità di acquisti: materiali per attività di ricerca e di laboratorio; giornali e riviste; manutenzione ordinaria e riparazioni di attrezzature; carta, cancelleria e stampati; missioni e trasferte; servizi di rappresentanza; quote di associazioni e altro ancora tra cui “servizi non altrimenti classificabili” che potrebbero rappresentare qualsiasi tipologia di spesa. Tra queste voci quella che assorbe la parte più significativa delle risorse è relativa ai materiali per attività di ricerca e di laboratorio che, durante tutto il periodo 2019-2023, assomma pagamenti complessivi pari a 1.544.981 euro, equivalente al 70% dei rimborsi totali effettuati a vantaggio del professore Cuzzocrea".
Quindi alcune precisazioni: "Alla luce di rimborsi sistematici e di così rilevante entità erogati a favore di chi, il prof. Cuzzocrea, rappresenta l’Amministrazione e la governa, esercitando i più significativi poteri di direzione e di gestione, è evidente come alcune osservazioni siano dovute e alcuni interrogativi siano legittimi. Per queste ragioni si ritiene necessario sollecitare gli organismi di controllo affinché, con la massima sollecitudine, facciano ampia chiarezza sulla regolarità amministrativa e contabile delle operazioni svolte dall’Amministrazione, anche e soprattutto perché hanno come destinatario/beneficiario il Rettore che ne rappresenta il vertice. Dati gli importi significativi, sarebbe necessaria una verifica sulla valenza fiscale di tutta la documentazione fornita e sulla effettiva consegna dei materiali acquistati tramite accertamento sui documenti di trasporto. Questo tipo di controllo è ancora più rilevante nel caso di fornitori stranieri poiché le fatture presentate da questi ultimi non possono che essere cartacee. L’obiettivo di questo tipo di verifica è di escludere eventuali illegittimi pagamenti effettuati a fronte di richiesta di rimborso con possibili fatture pro-forma e/o a fronte di eventuali mancate consegne dei prodotti acquistati".
Cuzzocrea: "Soldi per la ricerca"
Piccata la replica del rettore Salvatore Cuzzocrea e affidata a poche parole: "E' tutto regolare, è la solita macchina del fango. I revisori hanno già risposto ed il Ministero pure. Sono fondi per la ricerca scientifica. L’entità dei rimborsi è legata all’entità della ricerca: 261 pubblicazioni in cinque anni, oltre 20 professori, altrettanti dottorandi e assegnisti nel gruppo. Tutte attività accertate e rendicontate, rimborsate non con fondi dell’Ateneo ma in conto terzi per la ricerca. Cioè attraverso privati che finanziano l’attività di ricerca svolta come docente, e non come rettore. Un’attività riconosciuta da Stanford tra le prime al mondo".
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