Certi “viziacci” sono duri a morire e a Messina in particolar modo. Quello di abbandonare rifiuti ovunque è tipico delle nostre latitudini in un inconcepibile autolesionismo che però, evidentemente, va oltre ogni limite. Ed è per questo che, al netto del buon impatto della raccolta porta a porta, Messina si vede costretta a dover fare ricorso al “grande fratello” per venirne a capo.
A giorni dovrebbe essere reso noto il primo report dell’attività delle 60 telecamere che sono state posizionate a inizio mese per monitorare il territorio e mettere un freno alle discariche abusive in città. «Puntiamo soprattutto sull’effetto deterrenza più che su quello delle multe – dice l’assessore all’igiene ambientale Francesco Caminiti –. Sapere che si possa essere “beccati” dovrebbe convincere tutti a non gettare rifiuti nei posti più disparati. Purtroppo notiamo che non si tratti di depositi occasionali, ma che quotidianamente persone lascino la loro immondizia in strada e poi magari chiamino, scandalizzati, perché l’area venga ripulita da Messina Servizi. E fa male vedere come, per esempio, al Cristo Re si continuino a gettare bottiglie giù dalla rupe dopo che sono stati spesi 20mila euro per ripulire tutto con sei enormi sacchi di spazzatura riempiti. Stessa cosa a Giampilieri, dove il torrente appena ripulito, è di nuovo pieno di centinaia di bottiglie di birra».
Le telecamere dell’azienda privata che si occupa della installazione e della verifica delle infrazioni segnalandole alla Municipale, sono 60. Sono state individuate 140 postazioni in cui sistemarle con una rotazione continua in maniera tale da non dare punti di riferimento agli “zozzoni”.
Intanto la sezione ambientale della Municipale con la supervisione del commissario Giovanni Giardina, ha raccolto i dati del lavoro di repressione del fenomeno degli abbandoni selvaggi nel corso dei mesi di agosto e settembre.
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