Non ci sarà una proroga per i mandati dei rettori in scadenza. Quantomeno la questione non è «ancora» nell’agenda di Governo, non in questi termini, secondo quanto riferito, ieri, alla Camera dalla ministra dell’Università e della Ricerca, Anna Maria Bernini. Questione chiusa, dunque, anche all’Università di Messina, dove il mandato di Salvatore Cuzzocrea è in scadenza e, in assenza di novità normative, si dovrà andare alle urne entro gennaio? Probabilmente sì, anche se le parole della ministra sembrano meno perentorie rispetto alle conclusioni tratte a Montecitorio dal deputato di Italia Viva, Giuseppe Castiglione, primo firmatario dell’interrogazione alla quale Bernini a rispetto. E rispetto anche alle considerazioni che da ieri pomeriggio “corrono” negli ambienti accademici messinesi, che attendevano una risposta chiara da Roma su una questione che, al di là delle due candidature già ufficiali per la successione (Michele Limosani e Giovanna Spatari), sta di fatto tenendo in sospeso ogni processo politico interno all’Ateneo.
La risposta che la ministra Bernini ha dato all’interrogazione di Castiglione (e con cui i deputati Marattin, Del Barba, Costa, Gadda, Grippo e Sottanelli), posta proprio all’eventualità di una proroga legata ai progetti del Pnrr da “chiudere” entro il 2026, è stata questa: «Il Pnrr è un’occasione irripetibile – ha detto la rappresentante del Governo –, che non potrà restare una parentesi da chiudersi entro il 2026. È evidente come il raggiungimento di obiettivi così ambiziosi non sia un compito che il Governo possa raggiungere da solo, è necessario un impegno corale, a partire dalle istituzioni che nell’ambito della propria autonomia sono chiamate a realizzare l’ultimo miglio dell’attuazione del Piano. Tra questi rientrano sicuramente le università, all’interno delle quali i rettori sono il punto di riferimento principale per la programmazione e la garanzia di continuità».
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