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Mafia: a Messina comanda una "cellula" dei Romeo-Santapaola, ma Giostra...

Si tratta di una “cellula” di Cosa nostra catanese, riconducibile ai Romeo-Santapaola, sovraordinata ai gruppi autoctoni, la cui operatività sembrerebbe caratterizzata dalla divisione dei quartieri con una sola eccezione registrata nel rione Giostra

Messina città che viene caratterizzata da varie «entità criminali», la provincia che purtroppo mantiene la predominanza dei gruppi mafiosi ormai storicamente radicati nel territorio da decenni. Ecco in estrema sintesi la fotografia che la Dia compie dalle nostre pari per delineare il quadro della presenza mafiosa nell’intera area peloritana, nell’ultima relazione semestrale resa nota nella giornata di ieri. Un’analisi accurata che tiene conto della naturale evoluzione nel tempo di gruppi e sotto gruppi.
Nel capoluogo peloritano - scrive la Dia - opererebbe una “cellula” di Cosa nostra catanese, riconducibile ai Romeo-Santapaola, sovraordinata ai gruppi autoctoni, la cui operatività sembrerebbe caratterizzata dalla divisione dei quartieri con una sola eccezione registrata nel rione Giostra, che in una certa misura avrebbe acquistato una sua “autonomia”. ù

E parlando di tale contesto territoriale a nord della città, la Dia spiega che è connotato da una presenza criminale in continua evoluzione, storicamente appannaggio del clan Galli-Tibia, solitamente dedito all’organizzazione di corse clandestine di cavalli, al narcotraffico in collaborazione con consorterie catanesi e calabresi, alle scommesse illegali, nonché alla gestione di attività commerciali.

Per supportare la definizione la Dia cita l’indagine “Predominio” del dicembre 2019 (nascita di un nuovo clan mafioso facente capo a due ex collaboratori di giustizia), l’operazione “Plaza” (attribuzione fittizia di una locale a un prestanome, estorsioni e spaccio di droga, gestione o controllo nelle sale giochi), l’operazione “Cesare” (due società gestite “di fatto” da uno degli indagati, rapporti tra il gruppo Galli e alcuni affiliati alla famiglia dei Santapaola), e le operazioni “Festa in maschera” e “Scipione” di febbraio e marzo 2020.

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