Messina

Giovedì 28 Novembre 2024

Tari a Messina, via libera agli sgravi. La sfida in Aula è sulla... carta

Partiamo dall’elemento più concreto. Messina darà nuovamente ai suoi cittadini in condizioni di disagio la possibilità di essere esentati dal pagamento della Tari o comunque di avere la possibilità di ricevere una riduzione sensibile. Poi c’è un elemento, diciamo, amministrativo e politico. Quello per il quale ieri sera in consiglio comunale è passato un emendamento per il quale l’istanza potrà essere presentata in maniera non solo digitale, come chiesto dall’Amministrazione, ma anche cartaceo come voluto dall’opposizione che, ancora una volta, ha messo sotto la maggioranza. Dopo questa modifica al testo della delibera, il voto conclusivo è stato unanime: 26 su 26 “sì”. Rivediamo, allora, quale siano i requisiti e la procedura per ottenere la riduzione o l’esenzione della Tari. Due sono i profili che potranno usufruire della riduzione della Tari 2023. Soggetti che versano in stato di disagio economico e ultrasettantenni che siano unico componente del nucleo familiare con invalidità del 100%. Per chi è in disagio socio economico, la proposta prevede una spesa di 564mila euro. Hanno diritto alle agevolazioni i contribuenti con un reddito Isee del nucleo familiare, fino a 13.500 euro. In tal senso verrà stilata una graduatoria redatta, tenendo presente che chi sarà fino alla posizione numero 500 godrà di una esenzione totale del tributo mentre i contribuenti dal n° 501 al n° 1.000 saranno esentati dal pagamento di 2 rate del tributo. Avrà la precedenza il reddito più basso, quindi il nucleo familiare in cui è presente il maggior numero di componenti; in caso di ulteriore parità avrà la precedenza l’intestatario dello stato di famiglia di età più elevata. Poi c’è il secondo profilo, quello della ultrasettantenni, unico componente del nucleo familiare con invalidità del 100%. In questo caso accantonati 36mila euro. Sono esentati dal tributo, fino alla concorrenza dell’importo, i soggetti con Isee fino a 13.500 euro e verrà redatta una graduatoria in ordine crescente dell’indice. A parità di reddito avrà la precedenza il contribuente più anziano. Ieri, però l’aula si è spaccata (14 favorevoli e 12 contrari), su un emendamento dell’opposizione sostenuto in particolar modo da Felice Calabrò e da FdI. Ha introdotto la possibilità di presentare la domanda con un modulo cartaceo e non solo per forza su una piattaforma digitale ad hoc che prevedeva anche la possibilità di delega. «Può capitare che, anche con una delega, non si possa completare la presentazione dell’istanza – dice Calabrò –. Mi è successo in un’altro ente e poi l’addetto mi ha consegnato i bollettini cartacei. L’amministrazione deve essere al servizio del cittadino e non il contrario. E in questo caso ci possono essere molte persone in difficoltà con la tecnologia». L’assessore Roberto Cicala risponde che «con dispiacere prendiamo atto del voto contro la digitalizzazione prevista da anni dal decreto Semplificazione. C’era la possibilità di usare lo Spid, la Cie e anche la delega per chi avesse avuto difficoltà. Questa variazione non consentirà una liquidazione immediata, quindi già dal saldo di gennaio, perché l’istruttoria si allungherà. Se le domande cartacee fossero, come gli anni scorsi, 5000, i tempi per fare la graduatoria saranno di diversi mesi. Con tutti i dati in digitale avremmo impiegato 10 giorni per stilarla perché avevamo attivato i controlli automatici con Inps dell’Isee. Adesso non governiamo più i tempi. Alla vigilia della Sud Innovation e Summit in cui Messina è capitale della innovazione nel Meridione, questo mi sembra un passo indietro.  

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