È andato avanti per quasi due ore l’interrogatorio dell’ormai ex commissario dell’Asp di Messina Bernardo Alagna, coinvolto con l’accusa di corruzione per scambio di favori con un politico, nell’inchiesta che la Procura di Messina retta dall’aggiunto Rosa Raffa porta avanti da mesi sull’ente sanitario. Alagna si è già dimesso dall’incarico, la Procura aveva chiesto nei giorni scorsi a suo carico la misura interdittiva della sospensione dalla funzioni. Nel pomeriggio il manager sanitario accompagnato dai suoi due legali di fiducia, gli avvocati Flavia Buzzanca e Alessandro Pruiti, è rimasto a lungo nella stanza della gip Ornella Pastore. E questo significa che ha accettato di rispondere alle domande della giudice e della pm Roberta La Speme, che era presente per la Procura, ed ha quindi raccontato la sua versione dettagliata dei fatti. «Si è fatta un po’ di chiarezza avendo portato ai magistrati un contributo massimo perché possano decidere in tutta serenità», ha dichiarato il manager all’uscita dal Palazzo di giustizia. Sulle dimissioni l’ex commissario ha voluto precisare che le ha date per rispetto delle Istituzioni: «Sono convinto di aver fatto la scelta giusta. Mi dispiace soltanto di aver lasciato in queste condizioni l’azienda dove c’è tanto da fare. Non mi sento colpevole, di sbagli ne possiamo fare tutti però sicuramente per il bene delle Istituzioni, mai per interesse privato».
Calderone il politico in questione
Il politico in questione che viene citato nel capo d’imputazione per corruzione di cui deve rispondere Alagna è l’on. Tommaso Calderone, e l’altra persona citata che avrebbe fatto da tramite è il segretario del parlamentare nazionale, il dott. Alessio Arlotta. Secondo la Procura Alagna sarebbe stato nominato su indicazione politica dell’on. Calderone e poi avrebbe asservito le proprie qualità funzionali di pubblico ufficiale per il compimento di atti del suo ufficio (consistenti, tra l’altro, nel disporre nomine dirigenziali, incarichi e trasferimenti di personale), alle richieste dell’on. Calderone per il tramite di Arlotta.
Dal canto suo l’on. Calderone su questa inchiesta ci ha rilasciato una dichiarazione. Eccola: «Sono totalmente estraneo ai fatti. Non mi sono mai interessato nelle procedure di nomina del dott. Alagna e non ho mai dato incarico al dott. Arlotta di fare richieste per mio conto. Pertanto sono certo che la magistratura, come sempre, farà luce sulla vicenda. Sono totalmente sereno e continuerò a servire il territorio come faccio sempre. Allo stato non ho ricevuto alcuna informazione di garanzia. La mia ultra trentennale carriera di avvocato in una terra difficile parla per mio conto, non avendo mai ricevuto alcun avviso di garanzia nella mia vita. Ribadisco fiducia e serenità, consapevole che nel complicato mondo della politica queste cose possono accadere, l’importante è chiarire anche con il contributo della magistratura inquirente».
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