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Tindaro, Alessandra e quel destino maledetto. Il ricordo di Katia: "Zio adesso fai ridere la mia sorellina"

L'operaio morto ieri a Scala Torregrotta, nove anni fa un destino simile aveva colpito la nipote.

Un destino crudele che dopo dieci anni ha fatto nuovamente irruzione nella famiglia Munafò, lasciando l'ennesimo dolore incolmabile. L'incidente costato la vita a Tindaro Munafò, l'uomo caduto da un ponteggio a Scala Torregrotta, ha purtroppo fatto risprofondare tutta la famiglia in un incubo che si ripete. Nel 2013, a soli 9 anni, infatti la nipote di Tindaro Munafò, Alessandra Renda Popolo, aveva perso la vita cadendo dal lucernario della sua abitazione.

Un dolore indelebile, che non si cancella e che ieri ha portato la nipote di Tindaro e sorella di Alessandra a pubblicare una dedica su Facebook per lo zio. «Adesso che purtroppo sei insieme alla mia sorellina Alessandra fai ridere lei, come hai fatto ridere tutti noi sulla terra», scrive Katia. Parole di tristezza, di dolore, che si aggrappano alla speranza che da un'altra parte adesso Tindaro e Alessandra siano di nuovo insieme.

Intanto, sull'incidente costato la vita a Tindaro Munafò stanno indagando i carabinieri della Compagnia di Milazzo. L'operaio è caduto ieri pomeriggio da un ponteggio a Scala Torregrotta, mentre stava eseguendo dei lavori edili sulla facciata di un edificio privato. Da quanto emerge, ma questo lo chiarirà l'esame autoptico, il ponteggio avrebbe avuto un cedimento e l'uomo è dunque finito violentemente a terra, battendo la testa. Per lui non c'è stato niente da fare. Non sembra dunque si sia trattato di un malore. A difesa della famiglia Munafò è stata chiamata l'avv. Piera Basile.

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