Ci si attendevano “movimenti” ai piani alti dell’Università e quei movimenti, veri e propri scossoni, ci sono stati eccome. Il risultato è che, per motivi evidentemente diversi, la squadra di governo del rettore, Salvatore Cuzzocrea, si ritrova con due elementi in meno: Giovanna Spatari, che ha lasciato l’incarico di prorettrice al Welfare e politiche di genere subito dopo aver annunciato ufficialmente la propria candidatura nella prossima corsa all’ermellino; e Giovanni Moschella, che con una mossa a sorpresa – ma non per chi, nei corridoi dell’Ateneo, si attendeva che qualcosa del genere sarebbe accaduta a stretto giro –, si è dimesso da prorettore vicario, e cioè da numero due del rettore.
Se nel primo caso le dimissioni sono un atto di opportunità e, di conseguenza, di correttezza istituzionale, nel secondo è facile parlare di vero e proprio scossone, che si presta a mille interpretazioni. Del resto solo di interpretazioni si può parlare, perché né lo stesso Moschella né il rettore Cuzzocrea hanno voluto rilasciare dichiarazioni. Secondo molti, all’Università, non è un caso che le dimissioni di Moschella giungano negli stessi giorni dell’ufficializzazione della candidatura di Spatari. Altri, invece, sottolineano che l’addio del vicario fosse nell’aria da mesi e che la coincidenza sia solo temporale. Di certo Moschella è stato, insieme al prof. Luigi Chiara (prorettore agli Affari generali), tra le figure più vicine a Cuzzocrea in questi anni. Scosse di assestamento in attesa di capire cosa sarà: si andrà al voto o ci sarà la proroga dal Ministero?
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