Gotha, Scopelliti a Dimitri De Stefano: «Non sto al tavolo coi mafiosi». I racconti di Fiume
’Ndrangheta e politica. Un rapporto untuoso e inquietante a Reggio Calabria che la sentenza “Gotha” descrive nei dettagli. E ci fa capire come la famigerata cosca De Stefano guardasse alla politica e alla “zona grigia” con attenzione ma tenendosi sempre a distanza, restando sullo sfondo ma avendo l'ambizione di tirare comunque le fila. La strategia da seguire era quella stabilita da Pasquale Condello “il supremo”, il quale decise che bisognava fare finta di sostenere tanti candidati ma poi, nell’ultima settimana, puntare decisi su chi avrebbe vinto le elezioni. Un metodo sposato in toto dal superboss Giuseppe De Stefano. A spiegare come funzionava il terribile meccanismo tra ’ndrangheta e politica che mina le fondamenta della stessa democrazia è il pentito Nino Fiume, uno che per anni è stato cognato dei fratelli De Stefano e che dunque conosceva bene i fatti della cosca De Stefano. Fiume rammenta però anche un episodio (pag. 916 della sentenza) che rischiò di incrinare i rapporti tra Scopelliti e lo stesso Fiume: avvenne in occasione di una serata organizzata per giocare a carte a casa di Natale e Mariolina Zumbo, a cui prendevano parte sia Giuseppe Scopelliti, sia Dimitri De Stefano, sia il Fiume, Giuseppe Scopelliti quando si avvide che al tavolo era già seduto Dimitri De Stefano esclamò a voce alta: «Io al tavolo con i mafiosi non mi siedo». Vi fu un momento di imbarazzo e il figlio di un noto chirurgo, prese le difese del De Stefano chiedendo a Scopelliti di presentare le sue scuse a Dimitri.