Santa Lucia del Mela, "Chi l'ha visto" lancia un appello per ritrovare la "Madonna del Riposo"
Patrimonio artistico luciese e opere trafugate, il programma di Rai 3 “Chi l’ha visto?” lancia un appello, puntando l’obiettivo su un prezioso dipinto scomparso nel 1992 dalla Curia Arcivescovile. L’opera, un olio su tela, rappresenta la “Madonna del Riposo” ed è databile al XVII secolo. L’immagine è stata diffusa attraverso i canali social della trasmissione, con l’invito, a chiunque abbia informazioni utili per il ritrovamento dell’opera, a rivolgersi alle forze dell’ordine. La stessa immagine è presente nelle banche date online dell’assessorato ai Beni culturali della Regione siciliana e del Nucleo carabinieri di Palermo che si occupa di tutela del patrimonio culturale. Ma l’elenco dei beni trafugati nel tempo dall’ingente patrimonio artistico cittadino è purtroppo molto lungo. Un censimento di tali opere, disseminate nei tanti luoghi di culto luciesi, alcuni dei quali oggi distrutti, è stato realizzato da Libero Rappazzo, cultore di storia locale. Sempre nel 1992, dal Palazzo Arcivescovile sono scomparsi un antico dipinto raffigurante la Madonna Cretese (XIII sec.) e i gruppi scultorei, originariamente collocati nella chiesa di San Sebastiano, raffiguranti la Pasqua ebraica e l’Ultima cena, di cui restano le cornici. Da qui sono state trafugate anche due tele settecentesche provenienti dalla chiesa di Santa Maria Bambina. Scomparso anche un quadro dedicato alla Madonna dell’Itria, collocato nel Santuario della Madonna della Neve. Dalla chiesa dei Cappuccini sono stati trafugati diversi elementi di pregio, come le statuine del Tabernacolo sull’altare centrale. Tra i casi a lieto fine c’è quello della “Madonna del Latte”, uno splendido dipinto Quattrocentesco di anonimo siciliano raffigurante una Madonna con Bambino in trono, collocato nella chiesa dell’Annunziata e presente, per la sua importanza, nelle mostre dedicate ad Antonello da Messina. Trafugata il 25 agosto 1971, l’opera è stata ritrovata nel 1983 in un imballo di cartone addossato alla chiesa romana di Sant’Andrea delle Fratte, con l’invito a restituirla al luogo originario, dove è tornata 5 anni dopo, in seguito al restauro.