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Risanamento a Messina, Scurria promette: «Mai più ghetti sociali»

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«Mai più ghetti. Messina, nel suo piccolo, può rappresentare un modello di inclusione sociale». Ne è convinto l’avvocato Marcello Scurria, subcommissario per l’attuazione della legge speciale per il risanamento delle aree baraccate. «Ne ho discusso in questi giorni con la sottosegretaria ai Rapporti con il Parlamento Matilde Siracusano, dopo il dibattito che si è aperto in merito ai fatti di Caivano, alla visita della premier Meloni, alle riflessioni sulle periferie e sui “casermoni”, alle ricette per trovare soluzioni alle gravi conseguenze sociali di scelte sbagliate, compiute nel passato. Il simbolo resta sempre quello delle “Vele” di Napoli: un modello socio-abitativo che non può essere più replicato».
Una riflessione che a Messina si fa ancora più forte e attuale, dopo la pubblicazione dei dati riguardanti l’enorme quantità di case non utilizzate, a causa sia dello spopolamento e dell’emergenza demografica in riva allo Stretto sia degli eccessivi costi di ristrutturazione che inducono i proprietari a non intervenire, preferendo lasciare vuote quelle abitazioni. «Se gli Ater in Italia e gli Iacp-Istituti autonomi case popolari in Sicilia smettessero di realizzare nuovi ghetti, sarebbe già un bel passo avanti», aggiunge Scurria.
E la strada scelta dall’Ufficio commissariale è stata proprio questa: basta con le nuove costruzioni, lì dove non è necessario, ma solo ristrutturazioni, riqualificazioni di aree e acquisto di alloggi sul mercato immobiliare. È molto improbabile che entro il 31 dicembre 2024 l’obiettivo dell’eliminazione definitiva di tutte le baracche venga conseguito, ma il commissario straordinario conta di imprimere una svolta decisiva in questi 14 mesi che restano di mandato.

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