Un Consiglio d’amministrazione scaduto e in regime di prorogatio. La “caselle” dei direttori artistici vuote ormai da più di un anno e destinate a rimanere tali forse per qualche altro mese, forse fino a fine anno. Forse. E una nuova stagione, la prossima per musica e prosa, che con ogni probabilità – è pressoché una certezza – sarà programmata senza le due figure che, sulla carta, sono deputate a questo.
Sono già troppe, fermandoci qui, le incognite legate al teatro Vittorio Emanuele di Messina. Incognite non nuove per un ente che troppo spesso si ritrova a galleggiare nella precarietà. Ma quando anche la linea di confine del Ferragosto è stata varcata e settembre è più vicino, diventa più urgente interrogarsi su quali saranno i prossimi passi.
A farlo è anche chi del teatro ha fatto ragione di vita, professione e passione al tempo stesso. Nei giorni scorsi l’attrice, regista e drammaturga messinese Cristiana Minasi, una delle due anime della compagnia Carullo-Minasi, ha lanciato una sorta di appello sui social: «Credo sia giusto che si cominci a fare chiarezza e ci si interroghi sulle sorti della “Manifestazione d’interesse” in ordine alla nomina dei direttori artistici (Prosa e Musica) dell’ente Teatro Vittorio Emanuele. Troppo silenzio, troppo disinteresse. Su questo e su tanto altro. Quali le sorti del Teatro, meglio, dei “Teatri” a Messina? La vicenda della nomina è solo fatto paradigmatico di quel qualcosa di più complesso che bisogna cominciare a dipanare. Teatri che non sono solo spazi fisici, ma mentali. E lo dico al plurale sì, perché ci sono molteplici forme di Teatro che è necessario che vengano garantite e tutelate nei loro molteplici “spazi” di realizzazione: produzione, formazione, circuitazione, direzione, fruizione. In una sola parola, sempre declinata al plurale, “visioni”».
Da qui la necessità di aprire un dibattito, «non nel mero interesse dei lavoratori dello spettacolo, ma della cittadinanza che non può perdere ancora tempo. A moltissime generazioni si sta negando l’opportunità di vivere il teatro. Il tempo fugge, le responsabilità ci assalgono».
Ma cosa sta succedendo, dunque, al Vittorio Emanuele? Il quadro è questo. Il consiglio d’amministrazione in carica – presidente Orazio Miloro, consiglieri Giuseppe Ministeri e Lorenzo Scolaro – è scaduto il 1. agosto ed è in regime di proroga per 45 giorni. In questo frangente il Comune prima e la Regione poi dovrebbero rinnovare i vertici politico-amministrativi dell’ente. Teoricamente, dunque, entro metà settembre. Ma non si scorgono grandi movimenti all’orizzonte, almeno per il momento.
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