“La poesia non è di chi la scrive ma è di chi gli serve”. Così diceva il compianto Massimo Troisi, nel film “Il Postino” girato a Salina, nella splendida baia di Pollara. Noi oggi possiamo dire che Salina non è solo di chi ci vive ma anche di viene a visitarla e ne resta incantato. Che Salina sia diversa dalle altre isole dell’arcipelago eoliano lo si percepisce subito appena si sbarca. Un grande polmone verde curato nei minimi dettagli. Distese di vitigni a uva Malvasia e terrazzamenti con capperi fin su, in cima alla montagna. Un’autentica poesia del verde. Ed è proprio l’aver diversificato con un occhio al turismo e l’altro alla ripresa dell’agricoltura di un tempo che ne fa dell’isola uno scrigno prezioso e ricercato. La natura ma anche la possibilità di visitare la miriade di piccole aziende agricole che offrono i prodotti della terra rielaborati in chiave turistica. Un percorso enogastronomico di cui, specie i turisti stranieri vanno matti. Poi c’è Lingua, la frazione marinara delle lunghe passeggiate serali a piedi che ospita un laghetto ricco di preziosa biodiversità.
E così in un contesto generale in cui è evidente un calo sostanziale delle presenze turistiche alle Isole Eolie, nel mese di luglio, riescono a tenere stabile il flusso dei vacanzieri l’isola di Salina e la frazione di Ginostra, nell’isola di Stromboli, che da sempre puntano alle bellezze naturali ed alla sostenibilità ambientale come caratteristica principale e offerta. «Se da un lato abbiamo avuto una flessione del mercato turistico interno dovuto alla crisi ed all’inflazione – afferma Giuseppe Siracusano, presidente dell’associazione albergatori, Salina Isola Verde – dall’altro c’è stato un progressivo aumento degli stranieri attratti dall’unicità e dalla sostenibilità della nostra isola. Il turista, in generale, quest’anno spende meno e quindi alcune categorie sono penalizzate, ma indubbiamente – prosegue Siracusano, che è anche vice sindaco di Malfa – l’aver puntato negli anni sulla sostenibilità ambientale oggi sta portando risultati promuovendo il nostro brand a livello internazionale. Certo, non è facile raggiungere le nostre isole – conclude il giovane imprenditore – e poi l’incendio dell’aeroporto di Catania non ha giocato a nostro favore, abbiamo avuto delle disdette, ma nel complesso posso dire che siamo sulla strada giusta. Se le Riserve naturali orientate terrestri passassero nelle mani dei comuni con la giusta valorizzazione e si istituisse finalmente l’area marina protetta delle Eolie, tutto l’arcipelago potrebbe decollare e l’esempio della vicina Milazzo è lampante».
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