È in corso la commissione sui danni degli incendi, quando i consiglieri iniziano a bisbigliare. C’è chi sorride e si dà un “cinque”. C’è chi è più scettico e si domanda se quella foto con l’esito della Corte dei Conti fosse una “fake”, un falso. Poi la conferma dello stesso sindaco: «È tutto vero! È finita». Messina, undici anni dopo la prima richiesta, ha ottenuto l’approvazione del Piano di Riequilibrio. Un iter interminabile iniziato con il commissario Croce e terminato, tre sindaci dopo.
Il testo è stringato ma diretto: “Si comunica che la Sezione di Controllo della Corte dei conti per la Regione siciliana, nella camera di consiglio del 31 luglio 2023, alle 15, ha deliberato: il Collegio approva il Piano di Riequilibrio Finanziario Pluriennale”. L’attesa è dunque finita. Ed è quella che alla fine è stata più straziante dello stesso esito, visto che solo alla quinta rimodulazione è arrivato il verdetto definitivo. Prima rinvii, testi e numeri riformulati, tutti i cambi di sindaco che portavano a nuove proroghe e poi anche un po’ di melina che ha reso, per certi versi, anacronistico la stessa analisi del documento.
«Non abbiamo potuto nascondere la nostra emozione – ha ammesso Federico Basile –. Dopo 11 anni di calvario non è una liberazione ma la sacrosanta attestazione che il lavoro paga». Basile è l’unico testimone diretto di tutta la trafila del piano di Riequilibrio. Nel 2013 era revisore, poi è diventato presidente dello stesso collegio, poi esperto del sindaco De Luca sui conti del Comune e in particolare del dissesto, quindi direttore generale e infine sindaco.
«Oggettivamente il piano di Riequilibrio del 2018, targato Cateno De Luca è quello che ha vinto rispetto a tanti anni di immobilismo. Sono davvero commosso. La città meritava una risposta, sia un sì sia un no, è arrivata una risposta positiva con tanta soddisfazione perché sono stati premiati gli sforzi, e ora ci rimettiamo all’opera perché ora comincia il vero lavoro».
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