A 5 giorni dai grandi roghi, continuano ad esserci punti della città che non sono tornati alla normalità. E mentre i vari enti fanno la conta di danni per poter presentare una scheda alla Regione per i risarcimenti, a Messina c’è ancora chi è senz’acqua. Il nodo principale, ieri, è stato quello di Sperone, dove tutto il rione è rimasto a secco per gli effetti dell’incendio che ha carbonizzato oltre 500 metri di cavi elettrici che davano energia al pozzo di Timpazzi. Senza questa propulsione l’acqua non può arrivare a Sperone, dove chi non ha un approvvigionamento autonomo (c’è chi ha pozzi nella propria proprietà) è rimasto a secco. L’Amam ha lavorato tutto il giorno per cercare di far fronte all’emergenza che è scoppiata in tutta la sua gravità giovedì scorso. In attesa del ripristino da parte di Enel del collegamento elettrico, ha provveduto a noleggiare un gruppo elettrogeno per poter alimentare il pozzo di Timpazzi. Sarà montato oggi all’alba e poi potrà essere erogata l’acqua. Altro punto delicato è quello dell’area delle Masse. In questo caso le fiamme hanno danneggiato la condotta idrica che dovrà essere ripristinata. Il problema più grosso è a Massa San Giovanni e Massa Santa Lucia, dove, di fatto, l’acqua manca da lunedì notte o martedì mattina. Grossi disagi sono registrati anche per la telefonia, come riferito al tavolo prefettizio dal referente per la Protezione civile di Telecom, Nino Ciraolo, ci sono, in provincia almeno 600 case senza telefono fisso, 300 solo fra Faro, Masse, Castanea e Curcuraci. Le fiamme hanno bruciato cavi e palificazione e ci vorranno settimane per il completo ripristino. Superati i problemi con il mobile. Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Messina