Palermo-S. Stefano Camastra: 6 ore di viaggio con treni senza aria condizionata. Il racconto di una lettrice
Ha voluto raccontare la sua disavventura alla “Gazzetta del Sud” una donna di 78 anni alle “prese” con le “Ferrovie dello Stato”. «Sarà da dimenticare la disavventura nella quale sono incappata, io viaggiatrice, nella giornata di lunedì 24 a fare i conti con l'inferno dei 50° di Palermo ma anche di tutta la Sicilia. Non era possibile rinviare l'appuntamento di una visita specialistica importante e programmata. L'abitudine di utilizzare i mezzi pubblici senza difficoltà non mi aveva scoraggiato anche avendo la certezza che sarebbe stata una giornata un po' più impegnativa ma da affrontare con spirito pragmatico come sempre. Avendo sbrigato il tutto con sorprendente facilità, mi accingevo a prendere il treno delle 13.38 per rientrare da Palermo a S. Stefano di Camastra, solitamente pronto sul binario 4. Sul marciapiedi affollatissimo di viaggiatori di ogni età, anche stranieri, nel caldo di una fornace, ho atteso che si aprissero le porte del treno. Ma dopo oltre mezz'ora una voce circolante suggeriva di andare al binario 9 dove era pronto il treno per S. Agata di Militello, perché il treno al binario 4 era senza aria condizionata. La folla si trasferiva a detto binario dove il sospirato convoglio era già presente. Speranzosi e sollevati abbiamo invaso il treno che, dopo circa mezz'ora, partiva con il suo carico sudato tra il pianto dei bambini e il soffio spasmodico dei ventagli. Giunti a Bagheria, la normale sosta inspiegabilmente si protraeva fino a quando dall'altoparlante si informavano i viaggiatori che il treno per S. Agata di Militello era stato soppresso per problemi legati al clima, per cui si consigliava di attendere il successivo per Messina che sarebbe passato comunque, anche se già in ritardo sull'orario di partenza». «Marciapiedi affollato di gente stanca ed assetata - prosegue la nostra lettrice - sedili inaccessibili perché infuocati, sensazione di mancamento ma volontà rassegnata di accettare ancora altre sevizie pur di raggiungere la meta. Finalmente arrivava il treno per Messina. La folla si precipitava per togliersi dai sicuri 50° esterni per rinfrescarsi all'interno, ma la speranza, dopo interminabili minuti, lasciava il posto alla delusione: anche questo treno non poteva proseguire perché senza aria condizionata. Disorientamento e panico in tutti noi perché avevamo la conferma di dover vivere in un incubo senza fine. Trenitalia, a questo punto, metteva a disposizione degli autobus per chi volesse proseguire il viaggio almeno fino a S. Agata di Militello. Ho corso con gli altri per raggiungere i mezzi sul piazzale sempre della stazione di Bagheria. Ci siamo introdotti come pazzi per trovare un posto a sedere, mentre tanti introducevano i bagagli nel vano sottostante. Non sapevano che avrebbero dovuto riprenderli se erano rimasti in piedi sull'autobus. Questo ha comportato ulteriore perdita di tempo. Finalmente siamo partiti con l'aria condizionata mentre ancora, pur essendo tardo pomeriggio, l'aria esterna continuava a superare i 40°. Sono state necessarie ben 6 ore perché potessi rientrare. Ore vissute in condizioni disumane per tutti dove anche solo una bottiglia d'acqua avrebbe fatto la differenza. L'impressione provata per tutto il tempo della assurda vicenda è stata di abbandono e d'incapacità da chi di dovere di gestire l'emergenza che ha messo a dura prova ed a rischio vita centinaia di persone».