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Messina sede del Maxxi: ecco cosa significa questa sfida

Il primo passo, previsto dal protocollo d’intesa, è la stesura di uno studio di fattibilità riguardante le due strutture individuate come sedi del Polo museale delle Arti contemporanee

Il protocollo d’intesa firmato a Roma dal sindaco Basile e dal rettore Cuzzocrea, insieme con il presidente della Fondazione Maxxi, Alessandro Giuli, apre la strada a sinergie istituzionali molto importanti, foriere di altre possibili novità nei prossimi mesi. L’accordo non stabilisce ancora tempi e risorse finanziarie da utilizzare per realizzare, in riva allo Stretto, nella “città del Ponte”, la sede distaccata del grande Museo delle Arti del XXI secolo di Roma.

Il primo passo, previsto dal protocollo d’intesa, è la stesura di uno studio di fattibilità riguardante le due strutture individuate come sedi del Polo museale delle Arti contemporanee: le Torri Morandi, esempio di archeologia industriale a Capo Peloro, e la Villa Pace, lungo la riviera nord, simbolo delle dimore residenziali della Messina “fuori le mura”. Non ci sono particolari procedure da portare avanti, perché le Torri Morandi appartengono al Comune e l’ex Villa Bosurgi da anni ormai fa parte del patrimonio immobiliare dell’Ateneo peloritano. E, dunque, Palazzo Zanca e Università metteranno a disposizione le due “location” mentre la Fondazione Maxxi, insieme con il ministero della Cultura, progetteranno l’adeguamento degli spazi e l’allestimento delle sale.

È una sfida culturale di grande rilievo, anche perché comprende – come ha dichiarato il ministro Sangermano – la collaborazione con un’altra istituzione prestigiosa europea, il “Centre Pompidou” di Parigi. L’obiettivo, quindi, è arrivare entro la fine dell’anno con un vero e proprio progetto, per poi partire nel 2024 con l’esecuzione dei lavori.

Alessandro Giuli, il giornalista che dal 2019 presiede la Fondazione, ha preannunziato un’ulteriore visita a Messina, proprio per stabilire il da farsi, insieme con le due Amministrazioni, comunale e universitaria. Dovrebbe visitare i luoghi del futuro “Maxxi Med” anche il ministro della Cultura (ricordiamo che consigliere di Sangermano è il giornalista messinese Fabio Longo), atteso in città nelle prossime settimane.
C’è grande fermento e attesa per le scelte che verranno compiute lungo quest’asse Roma-Messina (e Parigi). La nascita del Museo delle Arti contemporanee, è stato anche chiarito durante l’incontro nella Capitale, non depotenzia in alcun modo il ruolo – che, anzi, va sempre più valorizzato – del MuMe, il Museo regionale interdisciplinare di viale della Libertà.

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