Riannodare i fili del passato, recuperando devozioni e tradizioni legate a figure di santi e beati che sembravano sepolte, non è un’operazione anacronistica se contestualizzata e attualizzata rispetto al momento storico. E’ quanto ha voluto fare la confraternita di San Cristoforo, che sabato prossimo 22 luglio celebrerà per la prima volta dopo decenni la festa in onore del martire, indicato dalla Pietà popolare come patrono dei barcaioli, dei pellegrini, dei viandanti e degli automobilisti. Una scelta culturalmente azzeccata quella del sodalizio costituitosi alla fine del 15mo secolo, sostenuta dal Centro Interconfraternale diocesano, che vuole così ravvivare un’antica devozione in parte cancellata dal sisma del 1908. San Cristoforo è anche uno dei 14 santi ausiliatori invocati in occasione di gravi calamità naturali un elemento che evidenzia ancora di più il legame con la città dello Stretto, che più volte ha dovuto fare i conti con terremoti e alluvioni, risorgendo dalle proprie ceneri con dignità e coraggio. Con la messa delle 18 presieduta dal novello sacerdote Antonino Morabito e la conferenza sulla devozione di San Cristoforo a Messina tenuta dal prof. Marco Grassi, delegato Cid per le attività culturali, prende il via stasera nella chiesa di San Giovanni Decollato il triduo in preparazione alla festa. Domani, dopo la messa delle 18 presieduta da don Roberto Romeo, si terrà nel piazzale della chiesa la benedizione degli automobilisti, mentre venerdì al termine della celebrazione, l’assistente spirituale della confraternita padre Nestor Livera dei Frati minori conventuali impartirà il sacramento dell’unzione degli infermi. Sabato prossimo giorno della solennità, alle 19 la messa solenne presieduta da don Vincenzo Majuri, delegato arcivescovile per le confraternite, con l’atto di affidamento al santo. “La festa - ha detto il presidente del Cid Fortunato Marino, commissario straordinario della confraternita - sia opportunità per riflettere sulla figura di un santo che ricorda a ciascun credente quanto sia urgente portare Cristo in ogni situazione e contesto della vita. Soprattutto in questo tempo in cui la comunità è chiamata a fare esperienza sinodale”.