Lorenza Famularo si poteva salvare. Invece, una “tromboembolia polmonare massiva” la strappò alla vita terrena a 21 anni, dopo un’odissea di 10 giorni a Lipari. Era l’agosto 2020 quando la tragedia si materializzò. Da allora, le indagini portarono a un’archiviazione della Procura di Barcellona, poi alla riapertura del caso da parte del procuratore generale di Palazzo Piacentini Giuseppe Costa. Adesso arriva un responso: la relazione di consulenza tecnica d’ufficio, ordinata dalla presidente del Tribunale di Messina Marina Moleti, riconosce la responsabilità civile di sanitari e presidio di Lipari in merito alla morte della giovane.
L’atto porta la firma del medico chirurgo Gaetano Signoriello, specialista in Medicina interna e dirigente medico all’ospedale Papardo di Messina, e Giovanni Crisafulli, specialista in Medicina legale e delle assicurazioni. Rilevano che la ragazza «godesse di apparente buona salute e che solo il 12 agosto 2020 avesse cominciato ad accusare una sintomatologia caratterizzata da dolore al collo successivamente propagatosi alla spalla sinistra e difficoltà a respirare con senso di affanno». Alle 23, con un’amica, si recò al Pronto soccorso dell’ospedale di Lipari, ma «non fu accettata dall’infermiere addetto al triage, che le consigliò di recarsi presso la locale Guardia medica». Non solo: «Omise arbitrariamente la registrazione della paziente e la successiva valutazione dei parametri vitali, propedeutici alla visita medica».
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