Messina

Giovedì 28 Novembre 2024

Brand Messina in grande ascesa. Ma la tassa di soggiorno dov’è? Incassata la metà del previsto

Messina città degli eventi? Questo è il “claim” della campagna promozionale dell’Amministrazione che ha investito parecchio denaro per allestire un programma ricco di spunti di livello nazionale che mai erano stati concentrati in uno solo anno. Obiettivo, uno “choc” per far mettere in agenda il nome di Messina a chi avesse la Sicilia come meta di questa estate. E per ogni notte trascorsa in città è previsto che l’ospite paghi una tassa di soggiorno che l’albergatore deve versare al Comune che la reinveste in attività utili alla promozione del turismo. Ed è su questa imposta che si è concentrata l’analisi dell’assessore Roberto Cicala che, dopo aver studiato il tax gap ( cioè la differenza fra l’incassato e il potenziale gettito) della Tari, ora ha sviscerato i numeri dell’imposta di soggiorno. In base ai dati contenuti dal portale Punto Fisco dell’Agenzia delle Entrate è stato possibile risalire alle notti trascorse nelle strutture ricettive della città nel corso del 2022. Si tratta di 357.017 pernottamenti/ persona. Ma è un dato che contiene anche le 120.415 notti trascorse nelle case di cura o nelle cliniche che , ovviamente, non prevedono il pagamento dell’imposta di soggiorno. Quindi il totale dei pernottamenti del 2022 scende a 236.602. Le strutture registrate che denunciano regolarmente alla Questura la presenza degli ospiti, in città, sono 210. Per ciascuna gli uffici sono riusciti a definire quante presenze ci sono state e sono state raggruppate per tipologia. Una divisione necessaria per capire anche quanto debba pagare ciascun ospite in base alla categoria a cui appartiene la struttura ricettiva. Ebbene, il Comune nel 2022 per le 236.602 notti ha incassato 200.475 euro. Un dato che appare decisamente più basso di quanti ci si sarebbe dovuto aspettare. «Da un primo studio emerge che il gettito sarebbe dovuto essere di circa 430.000 euro, calcolando una media rispetto alle varie categorie», dice l’assessore Cicala. Il Comune quindi incasserebbe la metà di quello che dovrebbe avere.

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