In aula, ieri mattina, c’era anche lui. Ed è stato assolto in abbreviato con formula piena, ovvero «perché il fatto non sussiste», da un’accusa che aveva infangato il suo nome e lo tormentava. Si tratta di Giuseppe Corvasce, ex autista dell’Atm, per giunta licenziato in tronco dall’azienda nell’agosto dello scorso anno con l’ipotesi di aver falsificato la documentazione per accedere alla selezione. Ma non era vero. Per Corvasce, che ieri è stato assistito dagli avvocati Antonino Arena e Rosaria Filloramo, l’Atm a suo tempo dopo avere indagato a fondo con una inchiesta interna decise il licenziamento. In concreto l’accusa originaria era di aver “attestato falsamente, nella dichiarazione allegata alla domanda di accesso alla procedura selettiva pubblica per titolo ed esami finalizzata all’assunzione presso la Atm Spa di essere in possesso dei requisiti previsti dal bando, segnatamente attestava implicitamente di avere l’età massima prevista dal bando”. L’assoluzione è arrivata nonostante una richiesta di condanna dell’accusa, la pm Roberta La Speme, a 4 mesi di arresto. I difensori dell’uomo, i legali Arena e Filloramo, avevano chiesto l’assoluzione con formula piena: la domanda di accesso alla procedura selettiva fu debitamente compilata nell’anno 2020, non c’era alcuna dichiarazione in autocertificazione, peraltro non prevista dallo stesso bando né richiesta, nell’immediatezza, dall’Atm. Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Messina