Dalle nebbie dei ritardi e delle procedure “riservate” riemergono i dettagli, dell’appalto del porto di Tremestieri. Sono saltati fuori in consiglio comunale durante un interessante approfondimento con quasi tutte le parti in causa, almeno quelle pubbliche. Non c’era la nuova Coedmar che per l’appalto “sfortunato” di Messina è finita in concordato preventivo. Un convitato di pietra che sarebbe stato utile ascoltare per capire meglio perché si rischia di avere un’incompiuta o un’opera realizzata comunque con 4 anni di ritardo sulla tabella di marcia. Ad accendere la miccia è stata Antonella Russo, prima firmataria della richiesta di un consiglio aperto sull’argomento. Dopo aver stigmatizzato il mancato invito dei sindacati (in platea alcuni rappresentanti della Uil Trasporti), ha posto una serie di domande tecniche e procedurali agli ospiti che si sono susseguiti nelle risposte. «È stato fatto tutto quello che era possibile fare per “salvare” l’opera. Si è saputo poco di cosa sia accaduto negli ultimi mesi, per osservare la riservatezza dovuta quando c’è una trattativa privata in corso». Il riferimento è alla procedura, avviata dal tribunale di Venezia che, nell’ambito del concordato preventivo, ha dato il via libera alla possibilità di una cessione di ramo d’azienda della nuova Coedmar limitatamente al cantiere siciliano. La trattativa è avviatissima con il consorzio Medil di Benevento, ma l’iter è così automatico. « A giorni dovrebbe esserci la pubblicazione su due quotidiani nazionali – ha spiegato il professor Raffaele Tommasini, legale del Comune nella vicenda – delle condizioni della cessione. Altre imprese eventualmente interessate potrebbero chiedere di partecipare alla cessione con una proposta più vantaggiosa. E poi dovrebbe essere definita la cessione. A fine luglio la procedura potrebbe essere attivata in concreto». Un primo riferimento temporale che, se rispettato, consentirebbe di avere un nuovo cronoprogramma sul quale si sbilancia il rup Vito Leotta. «A settembre potremmo avere la nuova contrattualizzazione – dice – e poi ad ottobre potrebbero ripartire i lavori. A quel punto servirebbero due anni esatti per la fine dei lavori. Potrebbe essere consegnato alla città alla fine del 2025». Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Messina