Una procedura definita Exit (ex-utero intrapartum) è stata eseguita nel Centro cardiologico pediatrico mediterraneo di Taormina. Dieci equipe in contemporanea hanno portato a termine una delle procedure più complesse eseguite su un feto di appena 2 kg e di 35 settimane di gestazione. La madre era stata trasferita per garantire un percorso neonatale protetto presso la ginecologia dell’ospedale San Vincenzo di Taormina diretta dalla dottoressa Klein per rottura prematura delle membrane. La gravidanza è stata seguita con grande attenzione per la presenza nel feto di un idrotorace che ha determinato un ridotto ed incompleto sviluppo di entrambi i polmoni. La nascita del piccolo, dunque, doveva necessariamente avvenire in un centro con cardiochirurgia pediatrica. E’ stato deciso di utilizzare il supporto Ecmo con il piccolo ancora connesso al cordone ombelicale della madre. «Avevamo poco più di 5 minuti - racconta il dottor Enrico lannace, responsabile della Anestesia e rianimazione Cardiochirurgica del Ccpm - per avviare la procedura di assistenza respiratoria mediante Ecmo e salvare la vita al piccolo nascituro. Abbiamo immediatamente intubato e ventilato li feto, rapidamente cannulato il bambino a livello ombelicale, avviata l’assistenza meccanica e contemporaneamente reciso il cordone ombelicale. La mamma ha assistito a tutta la procedura».