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Messina, "Posto Occupato": quelle 47 sedie scuotono i nostri alibi e le coscienze

La mostra al Palacultura per i dieci anni di “Posto Occupato”. Contro la violenza di genere «bisogna fare di più»

Quarantasei sedie occupate più una per Michelle, l'ultima vittima di femminicidio uccisa a Roma. Compongono la mostra del silenzio e dell'assenza “Non c'è”, inaugurata nel foyer del Palacultura, alla presenza del sindaco Federico Basile. Una installazione ad effetto per celebrare i primi dieci anni di vita di “Posto Occupato”, nel ricordo delle 47 donne uccise da gennaio ad oggi. Dieci anni di impegno ad oltranza fatto di campagne di sensibilizzazione, iniziative, programmi, attività, condivisione di intenti per promuovere e costruire una cultura che si anteponga alla violenza di genere, fermando una strage che sembra inarrestabile. «L'uomo che uccide quasi mai è un folle – ha ribadito Maria Andaloro, presidente di “Posto Occupato” –, bisogna chiarirlo una volta per tutte. La violenza di genere, un fenomeno che erroneamente viene chiamato emergenza, è di fatto un problema culturale connesso all'esercizio del potere maschile. Pertanto necessita di una presa di coscienza collettiva che riguardi tutti e non solo le donne. Sbaglia chi considera pazzi questi assassini». Andaloro, durante la presentazione della mostra, ha richiesto l'impegno di ogni parte della società, dalle istituzioni, agli avvocati, magistrati, Centri antiviolenza, scuole.

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