Entrano nel vivo le indagini sul decesso di Nicolas Mazza, il ventisettenne messinese il cui cadavere è stato scoperto domenica scorsa all’interno di una Smart, a Zafferia. Sono ancora molte le tessere mancanti da collocare in un puzzle la cui immagine è frastagliata, in molti tratti indefinita. Per questo motivo, la sostituta procuratrice Stefania La Rosa, titolare del fascicolo, sta compiendo tutti quei passaggi di rito indispensabili a chiarire i vari aspetti. Un tassello chiave sarà l’autopsia da effettuarsi all’obitorio del Policlinico universitario Gaetano Martino nelle prossime ore. Fino a ieri, non ancora conferito l’incarico per l’accertamento tecnico irripetibile, che farà luce sul motivo e sulla data della morte, due elementi al momento oscuri.
Da una prima ricostruzione dei fatti e stando a ciò che è trapelato, l’ispezione del corpo privo di vita del giovane, trovato dai carabinieri riverso sul sedile lato guida della citycar di proprietà di un amico, non presenterebbe ferite o alcun segno di violenza. Ciò fa ipotizzare che a stroncare Nicolas sarebbe stato un arresto cardiocircolatorio dovuto a cause naturali. Ma proprio per avere piena contezza dell’accaduto, la dottoressa La Rosa, sostituta dell’Ufficio inquirente di Palazzo Piacentini, ha ordinato l’esecuzione della necroscopia, insieme con gli esami tossicologici. Anche perché il cadavere è stato trovato in decomposizione, poiché rimasto chiuso nell’abitacolo della vettura peraltro a temperature piuttosto elevate. Tra i punti fermi di questa indagine, i cui accertamenti sono delegati al Nucleo investigativo del Comando provinciale dei carabinieri e ai colleghi del Ris, il fatto che il ventisettenne era uscito di casa giovedì sera in compagnia di un amico, lo stesso proprietario della Smart. Amico che poi lo ha lasciato da solo sul veicolo e che sarebbe stata l’ultima persona a vedere Nicolas. I familiari della vittima hanno invece avuto l’ultimo “segnale” del suo telefonino alle 5 di mattina di venerdì scorso. Da allora ecco aprirsi un buco nero da riempire.
Acquisite altresì le immagini registrate dalle telecamere di sorveglianza presenti nella zona. Adesso, quindi, si scava soprattutto nella vita recente della vittima e nelle sue frequentazioni, in modo da individuare una chiave di lettura di una vicenda che ha sconvolto soprattutto Zafferia.
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