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Messina, aggiornato il Piano d’ambito idrico. In elenco infrazioni comunitarie, criticità infrastrutturali e punti di forza

La commissaria ad acta dell’Ati Messina Barresi l’ha adottato con delibera dello scorso 26 maggio

Il punto di partenza del nuovo sistema di gestione della risorsa “acqua” sul territorio della provincia peloritana è datato 26 maggio 2023. Quel giorno, la commissaria ad acta dell’Ati di Messina, Rosaria Barresi, ha firmato la delibera numero 2 sulla “Riadozione del Piano d’ambito”. Dalla relazione generale del rup, l’ing. Giuseppe Contiguglia, si ricorda che tra gli obiettivi prioritari figura sanare le situazioni che hanno portato alle procedure d’infrazione di agglomerati oggetto di sentenza di condanna da parte della Corte di giustizia europea: Capo d’Orlando, adeguamento impianto di depurazione; Sant’Agata Militello Consortile, adeguamento dell’impianti di depurazione al servizio delle stesso comune e di quello di Acquedolci; Torregrotta Consortile, collettore di adduzione all’impianto di depurazione dell’ex Asi di Giammoro; Furnari, adeguamento dell’impianto centralizzato di depurazione delle acque reflue urbane sito in contrada Bazia; Gioiosa Marea, adeguamento impianto di depurazione consortile in località Zappardino a servizio dei comuni di Gioiosa Marea e Piraino; Gioiosa Marea, potenziamento e adeguamento dell’impianto di depurazione in località san Giorgio; Messina 6, costruzione nuovo impianto di depurazione a Tono e collettore di adduzione; Milazzo, ristrutturazione e adeguamento impianto di depurazione acque reflue di contrada Fossazzo e condotta sottomarina; Patti, adeguamento dell’impianto di depurazione; Rometta, lavori urgenti di manutenzione straordinaria impianti di depurazione di Rometta Marea e Sant’Andrea e relativi impianti di sollevamento. Altre procedure d’infrazione riguardano infrastrutture da Alcara Li Fusi a Gaggi, passando per Galati Mamertino, Capizzi, Castell’Umberto e Cesarò, Merì, Santa Lucia del Mela, Sinagra, Monforte San Giorgio, Terme Vigliatore, solo per citarne alcuni.
Per meglio organizzare il servizio, i 108 Comuni sono stati suddivisi in 8 comprensori, l’ultimo dei quali abbraccia il solo territorio di Messina città. A proposito delle gestioni esistenti del servizio idrico integrato di competenza dell’Ati Messina, per l’adduzione e distribuzione ad usi civili, individuate 90 gestioni i in economia (comunali); 3 di enti pubblici (l’Eas, da tempo in liquidazione, l’Asm Taormina, l’Acavn, ossia Azienda consortile acquedotti Vena e Niceto); la gestione dell’Amam; una gestione mista che è quella della società Sicilacque, gestore regionale della fornitura di acqua all’ingrosso, società è partecipata al 75% da privati e al 25 % dalla Regione siciliana. Presenti nel territorio provinciale due acquedotti che attraversano entrambi il versante ionico: “Alcantara”, che alimenta i comuni della costa ionica e la città di Messina (solo eccezionalmente), e “Fiumefreddo”, che serve solo Messina. Il Piano comprende una sezione attinente al Bilancio idrico, ma dei 108 centri solo 58 (alcuni in modo incompleto) hanno compilato la parte della scheda di ricognizione.

Capitolo fognatura e depurazione: sono quattro i gestori industriali, cioè Irsap, con depuratore a Giammoro; Consorzio rete fognante (per Castelmola, Giardini Naxos, Taormina e Letojanni), Consorzio Eco3 (Brolo, Piraino e Sant’Angelo di Brolo), Amam. E poi ci sono le località che dispongono di un proprio depuratore, con la copertura del servizio di fognatura della provincia di Messina che copre mediamente l’87% della popolazione residente. E nei territori dell’Ato insistono 406 impianti di sollevamento, «la maggior parte con valore sufficiente (156 impianti, 38% del totale)». Poi, il 28% (933 km) delle reti di distribuzione «presenta un giudizio sullo stato di conservazione sufficiente», per cui si prevedono solamente opere di manutenzione ordinaria, mentre il 24% (807 km) «presenta uno stato di conservazione buono o ottimo»; il 32% (1087 km) «scarso» e il 13% (425 km) «pessimo», con previsione di una sostituzione significativa delle condotte. Relativamente allo stato di conservazione delle reti fognarie, il 48% (957 km) raggiunge un valore «sufficiente», «buono» per circa il 23% (465 km), «scarso o pessimo» per il 26% (497 km) delle reti.

Per quanto riguarda l’assenza di reti di distribuzione, a parte case sparse di campagna, l’unica criticità rilevante avvolge le frazioni ad est di Patti, dove l’alimentazione delle case viene effettuata con autobotte. Per il resto, a meno delle problematiche peculiari delle Isole Eolie , la distribuzione copre sostanzialmente la totalità della popolazione. Relativamente allo stato delle infrastrutture, le ricognizioni effettuate, assieme ad una prima analisi sullo stato di funzionamento delle reti, alla luce della significativa età delle opere e delle considerevoli perdite esistenti, evidenziano una condizione di criticità diffusa del servizio di distribuzione.

Per quel che concerne lo stato di conservazione delle reti di distribuzione per comprensori: la condizione di maggior rilievo in termini di estensione dell’infrastruttura e volumi in gioco è quella della rete idrica della città di Messina, che presenta perdite nell’ordine del 53%, prevalentemente concentrate nelle linee terziarie preposte alla distribuzione alle utenze. Il Programma degli interventi (Pdi) costituisce il capitolo fondamentale del Piano d’ambito dell’Ati Messina e contiene l’indicazione delle nuove opere e interventi di rinnovo che dovranno essere realizzati dai gestori operanti nell’ambito (gestore unico e gestioni salvaguardate) per conseguire gli obiettivi fissati dall’Ente di governo d’ambito (Ega), in accordo con la metodologia di pianificazione stabilita da Arera.

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