L’incontro tra la ricostituita società Stretto di Messina e il General contractor che si aggiudicò la gara internazionale è il primo vero atto ufficiale lungo il percorso che dovrebbe portare all’apertura dei cantieri del Ponte e delle opere ad esso collegate entro la fine dell’estate del prossimo anno. Ma chi sono le imprese che fanno parte del raggruppamento e come stanno in salute, a distanza di un decennio?
Di Webuild sappiamo più o meno tutto. È la più grande holding europea nel settore delle Costruzioni, ha incorporato le vecchie imprese, la Salini (il cui titolare, Pietro Salini, è diventato amministratore delegato del Gruppo) e l’Impregilo, che era la capo-cordata del Consorzio Eurolink.
Webuild si è aggiudicata opere miliardarie in tutto il mondo, dagli Usa all’Australia, senza trascurare gli interventi in corso d’opera tra Calabria e Sicilia, sul fronte degli investimenti ferroviari che, come hanno detto i responsabili del Gruppo, acquistano un rilievo ancor maggiore se collegati proprio alla prospettiva della realizzazione del collegamento stabile.
Webuild detiene più del 45 per cento delle azioni del Consorzio Eurolink. C’è, poi, la madrilena Sacyr, la più importante azienda di costruzioni in Spagna. Fondata nel 1986 come “Sociedad Anonima Caminos y Regadios”, venne ribattezzata come “Sacyr” nel 1991. La sua prima concessione risale al 1996 e riguardava l'autostrada cilena “El Elquí”. Da quel momento iniziò la sua espansione tra la penisola iberica e il Sudamerica. Nel 2003 avvenne la fusione con un’altra importante azienda, la Vallehermoso. In Italia la società spagnola ha preso in gestione due assi autostradali, la A3 Napoli-Salerno, di 52 km e la Superstrada Pedemontana Veneta, attualmente in costruzione, di 94 km. Ha costruito la ferrovia tra Palermo e Carini. Ha eseguito i lavori di ricostruzione del tratto della autostrada A2 del Mediterraneo in Basilicata, tra il viadotto Calore e lo svincolo di Lauria nord. Ha realizzato, inoltre, la linea tranviaria di Palermo, la variante Tremezzina di Como e il Policlinico di Milano.
Del Consorzio Eurolink faceva parte anche “Condotte Costruzioni”, uno dei Gruppi storici più importanti d’Italia, che faceva capo alla famiglia Tolomei Frigerio, ma che nel periodo della pandemia è stata travolta da una gravissima crisi di liquidità ed è stata posta in liquidazione. Nella primavera del 2023, il Gruppo Sorgente, della famiglia Mainetti, che è anche editore del quotidiano “Il Foglio”, ha acquisito il ramo “core” della società in amministrazione straordinaria e quindi, di fatto, sarà “Sorgente” a portare avanti i lavori e i progetti che erano di “Condotte”.
Ma non finisce qui l’elenco. In Eurolink entrò anche una di quelle che venivano definite, all’epoca, le “cooperative rosse” dell’Emilia Romagna, la “Cmc”, Cooperativa Muratori e Cementisti di Ravenna, azienda fondata nel 1901 e diventata tra le leader nel settore delle costruzioni, soprattutto nel Centro-Nord. È molto attiva anche nei settori dei trasporti, delle opere idrauliche e irrigue, dell’edilizia, dell’ecologia e ambiente, delle opere portuali e marittime. Ha effettuato lavori riguardanti l’Alta velocità ferroviaria e, all’estero, ha realizzato importanti progetti di scavo meccanizzato di tunnel con la tecnologia “Tbm”(“Tunnel Boring Machines”).
E ci sono anche i giapponesi, rappresentati dalla “Ihi Corporation”, cioè la “Ishikawajima-Harima Heavy Industries Co., una grande multinazionale, tra le più importanti al mondo, fondata nel lontano 1853. Un vero colosso, quello che ha sede principale a Tokyo, suddiviso in sei “business unit”, che vanno dalla progettazione e costruzione di motori aeronautici a cantieri di navi civili e militari, fino ai turbocompressori utilizzati per la sovralimentazione dei motori endotermici, prodotti anche in Italia, a Cernusco Lombardone. La “Ihi Infrastructure Systems” , società del Gruppo, progetta e costruisce strutture con telaio in acciaio, ponti e porte d'acqua, tra i quali il Ponte Akashi a Kobe, il Tatara Tatara a Hiroshima, l’Aqua-Line Baia di Tokyo, il Ponte dei Martiri del 15 luglio a Istanbul, il Ponte Binh in Vietnam, il Ponte Carquinez in California, l’Osman Gazi in Turchia, il Ponte del porto di Auckland in Nuova Zelanda. Infine, c’è il Consorzio Aci, cioè la “Argo Costruzioni Infrastrutture”, che fa parte di una delle storiche holding italiane nel settore delle Costruzioni, il Gruppo Gavio.
Queste, dunque, saranno le imprese chiamate a riavviare le procedure di progettazione esecutiva e di cantierizzazione del Ponte sullo Stretto di Messina. A queste si aggiungono le società danesi e canadesi “Cowi”, “Sund&Baelt” e “Buckland&Taylor”, veri e propri giganti dell’ingegneria mondiale, che diedero la loro consulenza durante le fasi di progettazione definitiva del collegamento stabile tra l’Isola e il Continente.
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