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Ex discarica di Mazzarrà, la “bomba ecologica” va disinnescata

La bonifica dell’ex discarica di Mazzarrà: le reazioni all’appello di Srr (condiviso da Pietrafitta) per i fondi mancanti e per il polo rifiuti. Germanò: i furnaresi attendono da oltre 10 anni. Cipriano: acquedotti da tutelare

Ha destato reazioni contrastanti tra gli amministratori locali la notizia pubblicata ieri dalla Gazzetta sulla presa di posizione della Srr Messina-Provincia in merito alla messa in sicurezza dell’ex discarica di contrada Zuppà. Attivata nel 2007, è stata gestita dalla società mista Tirrenoambiente fino al 2014, abbancando milioni di metri cubi di rifiuti fino a circa 145 metri sul livello del mare, 30 metri più di quanto previsto nelle planimetrie. Gli esiti della Commissione istituita dall’allora assessore ai Servizi di pubblica utilità, Nicolò Marino, evidenziò criticità e irregolarità nelle autorizzazioni, portando alla revoca delle stesse e alla chiusura del sito con l’ordine al gestore di predisporne il post mortem.
«Posso comprendere le difficoltà a livello finanziario che il direttore Mondello ha esposto all’Assessorato regionale per l’energia – commenta il sindaco di Furnari, Felice Germanò – tuttavia, non riesco invece a comprendere la ratio della seconda richiesta fatta dalla Srr Messina-Provincia in merito alla conclusione dell’iter relativo al Paur. Sono due cose separate».
Germanò ricorda quindi come la questione “discarica” incida da anni sulla vita quotidiana dei furnaresi che da troppo tempo ne attendono la bonifica. «I cittadini di Furnari – continua – e non solo loro, attendono da oltre un decennio la messa in sicurezza del sito di contrada Zuppà, e come amministrazione ci faremo promotori nei confronti della Regione affinché si attivi per reperire le necessarie risorse finanziarie. Resta invece ferma la nostra contrarietà alla realizzazione del polo impiantistico per il trattamento dei rifiuti che la Srr vuole realizzare nelle adiacenze dell’ex discarica, contro il quale, sia l’amministrazione che ci ha preceduto, che quella attuale si è battuta e si batte e che ha portato, tra l’altro, ad impugnare davanti al Tar di Catania proprio il decreto di Valutazione di impatto ambientale, che di recente lo stesso Dipartimento regionale ha sospeso per ulteriori approfondimenti della documentazione».

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