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Mafia dei Nebrodi, le estorsioni dei “Batanesi”: due condanne sono definitive

Dopo il passaggio in Cassazione per il processo ad alcuni esponenti del gruppo mafioso dei tortoriciani

Due condanne diventavo definitive con il rigetto dei ricorsi difensivi, per altre due ci sono degli annullamenti parziali che dovranno passare nuovamente dal grado di appello. È questo il responso dopo il passaggio in Cassazione del processo sulla rete di estorsioni sui Nebrodi messa in piedi dal gruppo mafioso dei Batanesi e dai loro fiancheggiatori nel biennio 2011-2012. Il nome in codice dell’inchiesta è “Castello”, venne realizzata nel 2018 dagli allora sostituti della Distrettuale antimafia Vito Di Giorgio e Angelo Cavallo, e dai carabinieri. Nell’aprile del 2022 i giudici della corte d’appello di Messina dopo alcuni “aggiustamenti” sostanzialmente confermarono la sentenza di primo grado che fu decisa dal tribunale di Patti, e decisero quattro pesanti condanne ad altrettanti esponenti e “aggregati” del clan. Si tratta di Antonino Conti Mica, originario di Tortorici, Nicolino Gioitta, di Alcara Li Fusi, e poi di Gaetano Sebastiano Liuzzo Scorpo e Liborio Francesco Mileti, entrambi di San Salvatore di Fitalia. Le condanne inflitte in appello nel 2022 furono parecchio pesanti: a Gioitta 9 anni e 10 mesi, a Conti Mica 10 anni e 7 mesi, a Mileti 9 anni e 10 mesi, a Liuzzo Scorpo 9 anni e 6 mesi.

La prima sezione della Cassazione nei giorni scorsi ha rigettato i ricorsi di Gioitta e Mileti, quindi le loro condanne diventano definitive, mentre ha disposto due annullamenti parziali per Conti Mica (capo 4, l’estorsione Mangano) e Liuzzo Scorpo (capo 1, l’appartenenza all’associazione mafiosa); quindi solo per una nuova valutazione su questi due aspetti specifici ha disposto la celebrazione di un nuovo processo, sempre a Messina, ad un’altra sezione della corte d’appello.

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