Milazzo, da fiore all'occhiello a discarica: interdetta l'area dell'ex discoteca “Le Cupole”
Interdetta dal demanio marittimo l’area dell’ex Cupole. Oltre 5 mila metri quadrati nella riviera di Ponente che diventano off limits per ragioni legate alla “salvaguardia della salute pubblica e dell’ecosistema costiero”. Il provvedimento, notificato tra gli altri a Capitaneria di porto, Comune e Asp scaturisce dallo stato di forte degrado esistente con la presenza di rifiuti abbandonati e depositati in maniera incontrollata nella zona che ospitava sia il ritrovo che la discoteca. E la Struttura territoriale dell’Ambiente di Messina chiede proprio al Comune di Milazzo «un intervento mirato all’eliminazione dello stato di pericolo per la salute pubblica e privata incolumità, oltre che per salvaguardia della flora marina e nel contempo di predisporre tutte quelle opere necessarie ad eliminare il grave danno ambientale sulle aree oggetto dell’ordinanza d’interdizione». La decisione è scaturita a seguito di un sopralluogo effettuato qualche mese addietro dal responsabile della Struttura territoriale Ambiente di Messina, l'architetto Santo Campolo. Ma anche gli stessi uffici comunali che ad aprile hanno effettuato un intervento di bonifica e di manutenzione straordinaria del verde nell’area antistante al sito dell’ex lido Le Cupole, avevano rappresentato la situazione di forte criticità auspicando che si arrivasse ad un provvedimento di inibizione all’accesso degli utenti. Questa la novità di ieri. Nulla il Demanio però aggiunge in merito al futuro delle ex Cupole, nonostante siano trascorsi ben 30 mesi dalla aggiudicazione della concessione dell’area situata nella riviera di Ponente che un tempo ospitava oltre al rinomato lido, una discoteca e un ristorante, rappresentando uno dei principali luoghi di aggregazione della provincia, alla società “Degus srl” di Milazzo, dietro il versamento di un canone annuo di circa 22 mila euro. I passaggi successivi avrebbero dovuto essere la sottoscrizione del contratto tra il Demanio e il rappresentante della società e l’avvio dei lavori previsti nel progetto presentato, secondo le prescrizioni dell’Assessorato regionale al Territorio. Opere da completare, secondo le norme, sia per quel che concerne il fabbricato esistente (o meglio quel che resta) che le aree di pertinenza concesse, entro tre anni dalla comunicazione di conclusione del procedimento istruttorio. E il progetto di riqualificazione redatto dagli architetti Giovanni Fiamingo, Giovanna Russo e Dominga Benvenga – sarebbe già pronto e anzi – notizia di qualche giorno fa – è stato premiato in Campania nel corso di un importante concorso di architettura. Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Messina