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A Barcellona un grande "No alla mafia": mai abbassare la guardia

Il teatro Mandanici gremito di studenti partecipi e motivati è stata la risposta più bella al confronto promosso dallo Stato

Il desiderio di legalità è come un cammino lungo e tortuoso, non privo di ostacoli e difficoltà, ma che ti riflette e si rispecchia negli occhi di chi ti guarda e ti accompagna fino al tanto agognato traguardo.
È sintomatico che ad accogliere l’invito delle Istituzioni e il grido di giustizia promosso da chi ogni giorno rappresenta i motivi della lotta al potere mafioso siano stati i ragazzi, gli studenti, le donne e gli uomini di domani, e non solo della città di Barcellona Pozzo di Gotto, che hanno reso ancora più pregnante e massiccia la proposta messa sul piatto ieri mattina per la tavola rotonda imbastita sui temi della rappresentanza attiva connessa alla legalità per lo sviluppo armonico dei territori. E il bisogno era e resta reale, alla luce delle recenti vicende giudiziarie e della definitiva conclusione dei procedimenti attraverso i quali si è chiuso l’ennesimo capitolo inglorioso di una città e di un Meridione che continua a necessitare di buoni esempi e valori piuttosto di vetrine e copertine in scala di grigi. Non poteva che essere Barcellona e il suo tessuto sociale martoriato, quale avamposto di un territorio più vasto ed eterogeneo che negli ultimi quarant’anni ha raccontato di morti, dolore e paura.
I ragazzi che hanno assiepato le poltrone del Teatro comunale Mandanici hanno recepito il messaggio che la Prefettura di Messina, in sinergia con l’Amministrazione, le autorità scolastiche e militari, i magistrati e l’ex Presidente del Parco dei Nebrodi Giuseppe Antoci hanno voluto trasmettere loro nel corso di un dibattito aperto che ha voluto principalmente evidenziare come il silenzio e la passività di fronte al potere criminale nulla porta se non una progressiva perdita dei diritti essenziali di ogni cittadino. Un momento di riflessione scandito dagli intermezzi del giornalista di Gazzetta del Sud, Nuccio Anselmo, che ha raccontato alcuni di quei passaggi che hanno inghiottito la Sicilia e i suoi territori dentro quell’onta di vergogna e dolore chiamata mafia.

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