Si è rivelata un flop l'inchiesta giudiziaria portata a termine, nell'aprile 2019, dalla Guardia di Finanza di Barcellona. Inchiesta scaturita dall'operazione denominata “Braccianti fantasma” che in origine aveva fatto ipotizzare, in riferimento a presunte assunzioni fittizie di braccianti agricoli, una maxi truffa ai danni dell’Inps per oltre 3 milioni di euro. Al punto che, all'epoca in cui si conclusero le indagini preliminari, l'autorità giudiziaria aveva ordinato ai danni dell'unico indagato, un agricoltore di Barcellona, un sequestro per equivalente del valore di 1,3 milioni, a suo carico, in beni e denaro. Sequestro che di fatto non fu poi eseguito in quanto lo stesso imputato non risultava proprietario di beni (solo un vecchio furgone che fu effettivamente sequestrato) e sul suo conto corrente non furono trovate le necessarie risorse finanziarie. Adesso a distanza di 4 anni, per reati contestati dal marzo 2012 al luglio 2017, il giudice monocratico del Tribunale di Barcellona, Anna Elisa Murabito, ha assolto nel merito, con la formula più ampia, l'imprenditore agricolo Carmelo Recupero, 63 anni, di Barcellona, titolare della omonima impresa florovivaistica situata in contrada Margi di Barcellona, dai reati di truffa aggravata ai danni dello Stato, indebite compensazioni di crediti inesistenti e dichiarazione infedele, perché “il fatto non sussiste”. L'uomo è stato difeso dagli avvocati Carmelo Scillia e Paolo Genovese i quali hanno confutato i diversi accertamenti ed ispezioni effettuate negli anni dagli ispettori dell'Inps, cui sono seguite le comparazioni della Guardia di finanza, adducendo argomenti diretti a dimostrare l'erronea ricostruzione dei fatti. Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Messina