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Messina, il dietrofront sull'isola pedonale. La «svolta culturale» e parole, parole, parole...

«Ma quanto è bella la nuova isola pedonale?», scriveva il sindaco Basile su Fb l’8 dicembre scorso. E ai cittadini diceva: «Riprendiamoci i nostri spazi e viviamoli per avere una Messina migliore». Il modo più efficace per dimostrare la contraddittorietà, oltre che l’illogicità, del clamoroso dietrofront dell’amministrazione comunale sull’isola pedonale di viale San Martino è rifarsi alle parole utilizzate dalla stessa amministrazione comunale. Parole scritte e dette in abbondanza, nei mesi scorsi. In certi casi fino a pochi giorni fa.
Giusto per fermarsi all’ultimo anno, anche meno, partiamo dallo scorso mese di settembre, quando in consiglio comunale veniva presentato il Piano generale del traffico, documento che cammina a braccetto, ovviamente, con il Pums (Piano urbano della mobilità sostenibile). Due strumenti i cui capisaldi, veniva spiegato, sarebbero stati proprio le isole pedonali e le nuove Ztl in centro (a proposito, le prime non dovevano partire in primavera?). «La svolta culturale è ormai ineludibile, anzi la nostra città arriva in ritardo a questo appuntamento rispetto a tante altre in Italia ed Europa», diceva il vicesindaco Salvatore Mondello, che da assessore alla Mobilità urbana è sempre stato primo “tifoso” delle pedonalizzazioni (e che siamo convinti c’entri poco con questa assurda decisione).

Poche settimane dopo lo stesso Mondello ribadiva che la decisa accelerazione su isole pedonali e Ztl aveva obiettivi precisi: «Migliorare la qualità della nostra vita, ridurre la caccia al parcheggio, ridurre l’inquinamento acustico e dell’aria, rendere più vivibile la città. Sono questi gli orientamenti nazionali e vedrete che se non lo facciamo spontaneamente, arriverà un governo, l’Europa ad imporci di andare in questa direzione». Si dirà: ma queste cose venivano dette a settembre, ottobre. Nel frattempo si può cambiare idea. Non funzionerebbe esattamente così, ma anche ammesso, non è ciò che è accaduto. Anzi. A febbraio, e quindi a isola pedonale già prorogata, così parlava il sindaco Basile: «Ricordo che sul Viale non è prevista la sosta delle auto, tanto vale tenere l’isola pedonale. L’isola è un valore aggiunto e ce ne accorgeremo nella stagione del crocerismo». E cioè nella stagione in cui lo stesso sindaco ha deciso di “castrare” quell’isola-valore aggiunto.

Così, invece, di nuovo Mondello a fine marzo: «I commercianti hanno sempre sostenuto che sono necessari alcuni accorgimenti, che secondo me, nello spazio di un paio di mesi, ci saranno tutti. Quando parlo di parcheggio di viale Europa parlo di un supporto all’isola pedonale, stesso discorso per il potenziamento del trasporto pubblico. Prendere decisioni non sempre è produttivo e foriero di “vittorie” politiche, ma la linea di demarcazione sta tra le chiacchiere e i fatti». Una linea di demarcazione oggi pericolosamente sottile. A metà aprile forse l’apice: la Giunta approvava la proroga dell’isola pedonale di viale San Martino, così com’era prima di questo dietrofront, fino a settembre. Spiegando, nero su bianco nella delibera, come l’isola pedonale «riscuota tuttora il gradimento dei cittadini senza peraltro provocare disagi alla circolazione veicolare» e che «sono stati apportati correttivi finalizzati a migliorare l’offerta di sosta veicolare in prossimità dell’area pedonale, così come chiesto dalle associazioni di categoria dei commercianti».

Tutto inutile, evidentemente. Quello stesso giorno Basile diceva: «Dobbiamo avere pazienza e aspettare i prossimi mesi per capire se è una soluzione utile per tutti». È bastato aspettare poco più di due settimane. Nel frattempo vengono presentati in pompa magna l’evento di Rds e la riattivazione della fermata per i bus turistici a piazza Cairoli. A pochi passi dal grande ritorno di auto, gas di scarico, clacson e delle irrinunciabili quattro frecce.

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