Un Osservatorio permanente con la presenza dei sindaci di Messina e di Villa San Giovanni. Un Piano intermodale dei trasporti nell’Area integrata dello Stretto. Un “cassetto virtuale” per seguire, passo dopo passo, in trasparenza, tutte le procedure espropriative, la maggior parte delle quali riguarderanno il territorio messinese. Si entra nel dettaglio delle proposte di modifica al decreto di conversione in legge del Dl Ponte, ore febbrili per cercare di completare l’esame entro il 16 maggio, la data fissata dal Governo per la votazione in Parlamento, sulla quale verrà posta la fiducia (decisione che ha scatenato le critiche delle opposizioni, con in testa il Pd e il suo capogruppo alla Camera Anthony Barbagallo, il quale domani sarà a Messina per un incontro, fissato alle 16, al Palacultura, con la cittadinanza).
In questo momento sembra che le istanze territoriali non siano state prese in considerazione durante il confronto nelle Commissioni riunite Trasporti e Ambiente della Camera. Ma, in realtà, ci sono motivazioni che hanno indotto la maggioranza a non accogliere gli emendamenti che erano stati presentati. Ad esempio, quello riguardante l’inserimento dei sindaci di Messina e Villa San Giovanni nel Consiglio di amministrazione della società Stretto Spa. La ragione ufficiale della “bocciatura” è che si vuole evitare di creare precedenti, perché per ogni altra opera pubblica si dovrebbe procedere allo stesso modo, inserendo gli amministratori locali nei Cda delle imprese appaltatrici. Motivazione giudicata «molto debole» dal deputato messinese di Sud chiama Nord, Francesco Gallo, il quale ha sottolineato che un’opera “epocale” come il Ponte non può essere considerata alla stregua delle altre e che i sindaci delle città dove è più forte l’impatto dei cantieri devono avere lo stesso ruolo dei presidenti delle due Regioni coinvolte. È stato controbattuto che le Regioni sono socie della Spa, pur minoritarie, e che, dunque, hanno il diritto-dovere di avere i propri rappresentanti nel consiglio di amministrazione.
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