La mano malefica degli hacker si è allungata sul Centro per il recupero della fauna selvatica, che quotidianamente – con passione e dedizione – svolge una preziosa attività a tutela delle varie specie viventi nel territorio peloritano e nella Sicilia orientale. Da qualche mese ormai, un intralcio a queste azioni meritorie è rappresentato dalla violazione della pagina Facebook della struttura immersa sui Colli Sarrizzo, nel cuore dei Monti Peloritani. È come se i criminali avesse scagliato una pietra contro la “vetrina” del Centro, in quanto lo strumento dei social è tra quelli che contribuiscono a mettere in luce il lavoro di responsabili, impiegati e volontari, veicolare informazioni e contatti, oltre a catalizzare le segnalazioni più disparate di animali feriti da sottoporre a cura o comunque vittime di angherie e soprusi.
Alla fine dello scorso anno, la direttrice della struttura, Deborah Ricciardi, presentò una denuncia alla polizia postale, successivamente integrata da ulteriori elementi, chiedendo di effettuare le dovute indagini, accertare le responsabilità e individuare gli autori del criminale attacco informatico. Ma con somma sorpresa, il 14 aprile scorso ecco la doccia fredda: il sostituto procuratore di Messina Giuseppe Adornato ha fatto pervenire ai difensori del Centro, gli avvocati Francesco Rizzo e Salvatore De Natale, una richiesta di archiviazione del caso, precedentemente inoltrata al giudice per le indagini preliminari. Ricevuto l’atto, Ricciardi ha quindi deciso di fare opposizione, sollecitando ulteriori e più approfonditi accertamenti.
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