Non ci sono colpevoli per il tragico incidente avvenuto nella prima mattinata del 2 maggio 2016, lungo la strada agricola provinciale 47 denominata Bafia – Liona in contrada Carbone di Bafia, popolosa frazione del Comune di Castroreale e nel quale perse la vita un pensionato di 77 anni, Tindaro Rao del luogo. L'uomo alla guida di una Panda morì dopo essere precipitato con la sua auto in una ripida scarpata che non ha lasciato scampo alla vittima, riducendo l’utilitaria ad un ammasso di lamiere. A sette anni dal tragico episodio, dopo un tortuoso iter giudiziario, ieri il Gup del Tribunale di Barcellona Giuseppe Sidoti, su richiesta del pubblico ministero Carlo Bray, ha infatti prosciolto i 7 imputati, due dirigenti e cinque operatori stradali, tutti dipendenti della Città Metropolitana di Messina, dall'accusa di cooperazione colposa per aver cagionato la morte di Tindaro Rao. L'assoluzione è stata decisa per tutti con la formula più ampia, perché “il fatto contestato non sussiste”. Ad essere stati assolti la dirigente, ingegnere Anna Chiofalo, responsabile del Servizio viabilità della Città Metropolitana di Messina, difesa dall'avv. Rosy Spitale; l'ingegnere Giuseppe Celi, dirigente con potere di spesa presso la Città Metropolitana di Messina, difeso dagli avvocati Adriana La Manna e Yuri Aliotta e cinque operatori stradali Giuseppe Triolo, Salvatore Zarcone, Carmelo Quattrocchi, Andrea Rao e Angelo Sofia, quali esecutori stradali che saltuariamente e su disposizione della Città Metropolitana venivano impiegati per la manutenzione del tratto di strada agricola provinciale, tutti e cinque difesi dagli avvocati Tommaso Calderone e Carmelo Monforte.
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