Il verdetto in Cassazione è arrivato nella serata di oggi, rispetto alla sentenza d’appello che si ebbe il 30 maggio dello scorso anno. Ha riguardato solo 8 degli imputati iniziali, ovvero quelli che subirono condanne. In sintesi tra rigetti e dichiarazioni di innammissibilità dei ricorsi diventano definitive le condanne da scontare per il costruttore Carlo Borella e l'avvocato d'affari Andrea Lo Castro, e poi per Michele Spina, Stefano Barbera, l'ex funzionario comunale di Messina Raffaele Cucinotta, Alfonso Resciniti e Guido La Vista. Solo per Gaetano Lombardo, i giudici hanno disposto l'annullamento con rinvio della precedente sentenza, disponendo la celebrazione di un nuovo processo davanti alla corte d'appello, sempre a di Messina.
La sentenza d’appello del maggio 2022 fu clamorosa per diversi aspetti. Rimasero in piedi solo 8 condanne e si registrarono delle assoluzioni rispetto al primo grado, che ribaltarono completamente la prospettiva. Su venti imputati coinvolti si registrarono globalmente 8 condanne, 4 assoluzioni, 6 dichiarazioni di prescrizione e perfino 2 annullamenti. La sentenza della sezione penale di secondo grado presieduta dal giudice Francesco Tripodi, per Vincenzo Santapaola (cl. 1963) e Pietro Santapaola, entrambi nipoti di Nitto Santapaola in qualità di figli del fratello, in relazione alla contestazione di associazione di stampo mafioso dispose l’annullamento del verdetto di primo grado “perché il fatto è diverso da quello contestato”, con l’invio degli atti alla Procura. Assoluzione parziale, ma rilevante, dall’accusa più grave di concorso esterno all’associazione mafiosa («perché il fatto non sussiste»), registrò poi l’imprenditore ed ex presidente dell’Ance di Messina, Carlo Borella, con una forte riduzione di pena rispetto al primo grado: la condanna d’appello fu di 2 anni e 8 mesi. Pena ridotta anche per l’avvocato d’affari Andrea Lo Castro, che rispetto ai 14 anni del primo grado fu condannato a 9 anni con l’esclusione di un’aggravante mafiosa contestata “in epoca anteriore al 2015”, e l’esclusione parziale per un’altra aggravante, ma fu riconosciuto comunque colpevole di concorso esterno all’associazione mafiosa. Pena ridotta, essendo cadute alcune contestazioni per assoluzioni parziali, anche per Stefano Barbera (8 anni), Michele Spina (8 anni), per il funzionario comunale Raffaele Cucinotta (2 anni, pena sospesa), e per Gaetano Lombardo (2 anni, pena sospesa). Le uniche due conferme della sentenza di condanna di primo grado le registrarono invece Alfonso Resciniti (2 anni e 6 mesi) e Guido La Vista (un anno e 3 mesi).
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