I giudici del Tribunale di Barcellona, presidente Antonino Orifici, a latere Silvia Spina e Noemi Genovese, hanno dichiarato conclusa l'istruttoria dibattimentale e fissato la discussione delle parti per l'udienza del prossimo 15 settembre in merito alla presunta distrazione di somme di denaro che causarono il fallimento della "Aicon Marine", la "new company" che doveva rilanciare l'attività industriale del gruppo Aicon. Si tratta del processo in cui figura imputato l'architetto Pasquale “Lino” Siclari, ex patron della fallita “Aicon Spa”, l'holding al centro di una galassia di società che operavano per realizzare imbarcazioni da diporto movimentando ingenti capitali frutto anche della quotazione in borsa. A generare il nuovo processo, con il rinvio a giudizio deciso nell'ottobre 2020, l'accusa di distrazione di somme di denaro prelevate dalle casse della “Aicon Marine srl”, la “new company”, anch'essa poi fallita, a cui era stato ceduto un ramo d'azienda dal gruppo Aicon per tentare in extremis il rilancio della produzione ma che in realtà ha rappresentato l'ultima illusione per tutti i lavoratori che speravano in una ripresa dell'attività industriale del gruppo. Infatti per la distrazione di 150 mila euro risultano imputati Pasquale “Lino” Siclari, 62 anni , e Antonino Sorrentino, 61 anni, entrambi di Messina. I due imputati, Siclari in qualità di “dominus” dell'Aicon Yachts spa (altra società del gruppo fallita che materialmente costruiva le imbarcazioni da diporto) e amministratore di fatto della “Aicon Marine srl” e Sorrentino, quale presidente del Cda della società “Aicon Marine”, in concorso tra loro, in violazione delle leggi fallimentari, avrebbero distratto la somma di 150 mila euro. E lo avrebbero fatto mediante bonifico bancario il 23 giugno del 2011 in favore dell'Aicon Yachts spa, quale pagamento anticipato di ben cinque mensilità per l'affitto di ramo d'azienda della stessa Aicon Yachts. Soldi questi che sarebbero dovuti servire per avviare l'attività della stessa “Aicon Marine”. Invece, incassate in anticipo le 5 mensilità, il contratto di cessione del ramo di azienda che era stato stipulato in data 10 maggio 2011, fu poi risolto solo dopo pochi mesi il 15 novembre 2011. Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Messina